Muzio proveniva da Godiasco, Comune dell'Oltrepò, in provincia di Pavia. In effetti diversi medici e farmacisti di Villa dell'epoca erano di origine pavese o piemontese. Tra gli altri si ricorda Il dott. Ravasenga, monferrino, farmacista o, come si diceva in dialetto spiziée, che esercitò a Villa per diversi anni.
All'epoca, oltre che uno stipendio base i comuni garantivano al medico comunale la casa. Il risultato del referendum, per aumentare lo stipendio al dott. Muzio, fu decisamente categorico: ebbe solo una decina di voti in suo favore. Tra i settimanali provinciali cattolici e quelli di tendenza liberale scoppiarono roventi polemiche: quelli cattolici difendevano il risultato del referendum, mentre quelli liberali lo criticavano aspramente.
Il dott. Martinelli di Tirano in un suo intervento sostenne che quel risultato era proprio inconcepile poiché Villa riusciva a mantenere ben sette preti, ma non era in grado di soddisfare le richieste legittime, a suo modo di vedere, di un medico. Comunque sia, Muzio rimase medico di Villa fino alla morte avvenuta nella seconda metà degli anni '20 del secolo scorso. Poi gli successe un villasco Luigi Lambertenghi, morto nel Dicembre del 1930 in modo misterioso a Piangembro, e poco prima della guerra il milanese Domenico Gatti.
Di Muzio si ricordava che girava a trovare i pazienti a cavallo. Una sua ricetta frequente era broeu d' galina, brodo di gallina come diceva nel suo dialetto pavese.
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