E’ vero; penso che pochi o forse nessuno come Ida possa amare la località Canali; a lei spetterebbe il titolo di “ regina “ dell’alpe.
Ecco un suo ricordo “Dòpu vinti dì che séri nasüda, la mè regiura che la tirava rée la vàca, ‘l mè pà cargàa cùma ‘n àsen , i mà metüü giù ‘n dé ‘na cavàgna e la mè surèla Marìsa la ma purtàa ai Canài.
Ilò ‘l gh’éra la cà dèli nòsi vacànsi e ‘ntant che ‘n pusàva ‘n fàva ‘l falècc, ‘n ramàva lègna , ‘n cürava ‘l fée e ‘l Mariu ‘l fàva ‘l pasturèl.
Quanti bèli estàa u pasàa ‘n muntàgna; amò adès ‘l regòrdi e ‘l vàl püsée de avè fàcc ‘n viàcc ‘nturàn al mund “.
Anni ’50. Papà Gìn Casàt cun la so fémna Anna e la pìscena Ida.
Ida ha tracciato un bel quadretto famigliare della sua vita degli anni ’50; allora a “ munt sa müdàva “ con tutta la famiglia e anche i piccoli davano il loro contributo lavorativo. Ora, con il permesso della “ regina “ dirò qualcosa anch’io sull’alpe Canali.
Lasciata la “ perla “ di Ronco, chi ha usato la “motopeduzzi” ( le gambe) , dopo un centinaio di metri percorsi nella mulattiera, si può dissetare ad una fontana intagliata in un ceppo con creatività stupenda.
La fontanella del viandante
Proseguendo, in circa dieci minuti si giunge ad un Crocefisso singolare. Il suo supporto è il tronco di un grande larice; la croce di Cristo sembra voler vivere nel grande tronco.
La terza croce
A duecento metri ecco apparire l’ampio declivio di verdi prati dell’Alpe Canali. Il panorama d’un tempo è cambiato, le case ora sono diventate “signorili” e con ogni comodità. I prati sono ben tenuti, molte case hanno il giardino, alcune il “gazebo”, alcune persino i giochi per i bimbi. L’alpe è raggiungibile con una comoda strada asfaltata che dalla località Cologna, si stacca da quella per Trivigno a quota circa 800 metri di altitudine, poi prosegue quasi piana per Canali.
Ricordo quando la nonna Virginia mi ordinava d’andare a prendere il latte dal Gìn Casàt, papà di Ida, presso l’antica “baita” ancora esistente e che val la pena d’andare a vedere. Quella è forse la casa più vecchia dell’alpe e malgrado il suo stato di abbandono ha un fascino particolare. Costruita tra due massi enormi sembra essere posata nella conca delle mani del Signore; un esempio di povertà di vita dei nostri avi che, confrontata alle mille comodità d’oggi, tocca il cuore.
L’antica “ bàita” all’Alpe Canali
Lasciamo le parole per fare posto alle immagini del dolce declivio prativo
dell’alpe Canali disseminato di bianche e graziose casette.
Ezio Maifrè
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