Sono passati solo pochi giorni dalla chiusura di un “Giro d’Italia” sportivamente esaltante che ha visto un campione di livello assoluto come Alberto Contador candidarsi nell’Olimpo dei grandissimi del pedale.
Con ancora ben vivo il ricordo delle due tappe valtellinesi, con l’arrivo a Tirano il 25 maggio e la partenza da Morbegno il giorno successivo, ecco che rispuntano le solite sterili polemiche e chi si presta ad ospitarle senza pensare al lavoro altrui e all’immagine della valle.
Polemiche che ormai fanno parte della consuetudine, anche se per fortuna appaiono voci sempre più isolate, puntualmente oscurate dai sorrisi e dalla gioia dei tifosi che apprezzano la scelta di portare quasi ogni anno il Giro in provincia di Sondrio.
L’ultima in ordine di tempo è il consueto corsivo di Mario Cotelli che a due mesi di distanza dalle sue stesse dichiarazioni in cui plaudiva alla scelta del Comune di Sondrio (nella cui giunta siede la figlia) di “lasciare perdere il Giro” come del resto ha fatto, sempre secondo lo stesso Cotelli, “il Trentino che non investe più nel Giro d’Italia come evento promozionale”. Erano del tutto prive di fondamento le dichiarazioni di allora così come lo sono queste ultime.
Ecco che, viste le immagini televisive, il lucido commentatore ha notato al contrario che proprio il Trentino e il Tirolo sono presenti con i loro marchi sugli striscioni di arrivo del Giro. Apriti cielo. E la Valtellina dov’è? Dove sono gli striscioni della Valtellina lungo le strade italiane? Perché non ammiriamo il nostro marchio assieme a quelli dei vicini-concorrenti?
Trentino e Tirolo (oltre a quel che investono per avere la sede delle città di tappa) per quella visibilità mettono sul piatto di RCS un milione di euro, la Valtellina ha queste risorse? Ritiene siano un investimento?
Un po’ di chiarezza sulle cifre è poi il minimo per chi ormai da tempo si accolla il ruolo di “Demiurgo” e “Pontifex maximus” del turismo e del territorio valtellinese. Cotelli parla di 300.000 euro per avere una tappa del Giro in Valtellina. Pura disinformazione ai danni del lettore che crede ancora nella buona fede di chi scrive e di chi ospita talune affermazioni. Il chiarimento arriva dal Comitato Organizzatore e dal suo responsabile Pierluigi Negri. “Il costo delle tappe e non della tappa al singolare che la Valtellina - o meglio che la cordata dei diversi enti che sostengono l’iniziativa del Giro in Valtellina - versa direttamente alla società organizzatrice del’evento (RCS Sport) è di 180.000,00 euro e credo sia la cifra più bassa che qualsiasi comitato di tappa italiano versi per poter ospitare una tappa di arrivo e una tappa di partenza. Tutto questo si è reso possibile grazie alla serietà e agli ottimi rapporti instaurati con lo staff di RCS e della Rai oltre che ai buoni rapporti con il patron Angelo Zomegnan.
Il costo totale dell’evento “Giro in Valtellina” per noi è di 250.000,00 euro se contempliamo tutte le altre iniziative promozionali e di comunicazione dentro i confini provinciali e lungo le tappe in Italia. La scelta di ospitare le due tappe è intuitiva e strategica per una terra come la nostra. Il ritorno infatti risiede nella possibilità di far pernottare (pagando direttamente alle strutture alberghiere) qualcosa come 3000 persone solo per la carovana a cui va aggiunto il possibile indotto di appassionati e visitatori.
Secondo dati di RCS sul territorio complessivamente si genera un giro d’affari di almeno 200.000,00 euro a tappa”.
Taluni attenti osservatori dovrebbero avere - anche per ragioni professionali – minore pressapochismo nel giudicare il valore del denaro. Senza contare infine il valore promozionale dell’evento “Sei ore di diretta su Rai Tre e Raisport 1, un’ora e mezza su Radio Uno Rai, le immagini mandate in 168 paesi nel mondo, 8 pagine dedicate dalla Gazzetta dello Sport alle tappe valtellinesi (il giornale più letto in Italia) senza contare gli interventi in diretta su numerose radio nazionali durante le tappe e non solo Radio 105 radio ufficiale del Giro. Per non parlare di internet sono oltre 200.000 gli utenti unici che ogni giorno hanno seguito sul sito ufficiale del Giro l’andamento delle tappe, oltre 50.000 che hanno visto la gara in streaming video. Con orgoglio possiamo dire che di Valtellina si è parlato molto e fin dalla tappa dell’Etna grazie al gemellaggio fra la locale “Madonna della Neve” e la “Madonna del ciclista” sul nostro Gavia.
Se questo è un obiettivo mancato chiediamo a Cotelli e a coloro che lo sostengono, di darci per una volta la ricetta giusta, perché è facile scrivere dall’alto o da scranni sicuri ma le cose si costruiscono giorno per giorno e la realtà del “Giro d’Italia” per la Valtellina così come le nostre salite sono un potenziale elevatissimo che ancora ha margini di crescita. Solo un evento planetario come il Giro (tra i primi dieci eventi annuali al mondo per budget e importanza) è in grado di valorizzare l’immagine e il nome di cime come lo Stelvio,il Mortirolo o il Gavia.
“Ma di Valtellina si è parlato in più occasioni. Basta analizzare i dati e i numeri - continua Negri - non ci sono stati altri brand di territorio - in questo e nelle precedenti edizioni - che hanno ottenuto più di quello che ha ottenuto la Valtellina a parità di risorse investite. E’ stato fatto tutto il possibile per dare visibilità al territorio e lo possono ben testimoniare dal Consorzio Tutela Vini perché abbiamo parlato dei nostri prodotti in diretta nella trasmissione di Bartoletti. Siamo riusciti a ritagliare anche uno spazio dedicato alla solidarietà con la locale sezione della UILDM che ancor oggi ringrazia per le emozioni fatte provare ai ragazzi distrofici.
Il Comitato Organizzatore ha creato più di una occasione per parlare di Valtellina e del suo territorio sia in Tv che alla radio e abbiamo cercato di rendere il Giro una festa anche per la gente”. Pierluigi Negri a nome del Comitato Organizzatore rivendica con orgoglio e con soddisfazione di aver saputo svolgere con impegno ed efficacia il compito e gli obiettivi degli Enti che hanno sostenuto le tappe del Giro in Valtellina, l’evento sportivo più importante in Italia. “In questi giorni Davide Cassani è a Bormio con una ventina di cicloturisti che si fanno una vacanza sulle nostre grandi salite e sicuramente vanno anche alle terme, ma sono in Valtellina per lo Stelvio, il Gavia e il Mortirolo e quindi grazie al Giro. Parliamo di quello che dobbiamo offrire ai turisti e non delle regole delle sponsorizzazioni nello sport americano che non ci competono e che non centrano nulla con la due giorni del Giro che abbiamo appena vissuto… se arriva la ricetta giusta dall’alto… ben venga nulla vieta che si possa condividere!”.
Valtellina Turismo - Consorzio Turistico Provinciale di Sondrio
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