Sabato 20 agosto il Giardino Arcari di Tirano è stato animato da musica e letture dialettali.
Nel fascino d’un giardino antico, creatura rinata grazie alle cure di Lorenzo Baruffaldi, tra un folto pubblico attento e plaudente, nella gradevole brezza serale, è successo un fatto particolare e forse irripetibile. Il suono melodioso di vecchi e nuovi motivi della fisarmonica del Maestro Doriano Ferri e di Lorenzo Baruffaldi , s’ è unito al ritmato incanto della chitarra e del canto del “ menestrello tiranese” Marco Divitini.
Le parole dialettali del maestro Marco Ambrosini, della brillante fantasiosa e irripetibile signora Bruna Padrazzini e della bella e brava Veronica Bombardieri hanno dato voce ai bravi poeti tiranesi Dante Tozzi, Aldo Pola e Ezio Maifrè e altri personaggi.
Fin qui tutto grazioso e quasi normale per un così bel giardino. Ma allora dove sta il fatto eccezionale? La Confraternita ha teso il solito piacevole agguato al palato!
Alle melodie dei suoni delle fisarmoniche, della chitarra, ai racconti in dialetto, si è poi innalzato alla fine della rappresentazione e da dietro una siepe, un profumo di chisciöl.
Ferruccio Molinari, con le brave chisciöliere, erano nascosti dietro la siepe con le padelle e gli ingredienti. L’animo degli spettatori, per tutto il tempo della rappresentazione era stato rapito dai suoni e dalle parole dialettali e d’un botto, il giardino è stato invaso dal profumo di chisciol e tutti sono stati assaliti dal desiderio dell’assaggio. Un altro fatto gradevole è stato il sorriso quasi spinto alle lacrime degli spettatori, e in particolare dell’ Assessore al Turismo Stefania Stoppani e consorte, ai racconti dialettali di Bruna Padrazzini e di Marco Ambrosini per certi “suoni e odori” che nell’articolo presente , purtroppo non si possono fare sentire.
Ezio Maifrè
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