La santella dell’Apparizione della Madonna a Sant’Antonio da Padova già Madonna tra i santi in Via Ludovico il Moro (XVI-XVII secolo). (Di Michele Falciani)
La santella è stata probabilmente ricostruita nel 1800, con materiali di recupero, e quindi doveva esserci forse anche prima. A base rettangolare si presenta sempre con tettuccio a capanna, rovinato dalla poca attenzione dei camioncini durante i lavori di sistemazione delle case vicine. A poco sono servite le segnalazioni dell’attuale custode, la Signora Bellesini, per la riparazione dei danni. In alto una croce in ferro battuto si eleva da un tavolato di larice e piode. Un grande arco a tutto sesto è trattenuto da una catena di ferro, e poggia su due colonnine di pietra verde, con base e capitello della stessa foggia, poste a loro volta su una base in muratura di pietre e calcina e due grandi sassi squadrati un po' più scuri che chiudono la base.
Qui si potrebbe fare una congettura, se noi misuriamo i due sassi, squadrati solo nel lato a vista, come si faceva per i piedritti dei portali, otteniamo quasi la misura del piedritto destro della vicina porta Milanese, (mancante nel 1996) (ricostruito con l’ultimo restauro della porta). Smantellato non si sa quando, ma senz'altro per migliorare la circolazione dei mezzi agricoli diretti in via Aprico. Certamente i sassi accantonati sono poi stati riutilizzati, come le due colonnine provenienti da qualche loggiato, nella costruzione o perché no, nella ricostruzione della Santella.
L’edicola votiva, le cui dimensioni la elevano a piccola chiesetta, una volta libera su tutti i lati, si presenta oggi addossata ad un fienile. Dall’interno del fienile è possibile osservare la parete posteriore intonacata.
Gli intonaci presentano tre livelli di coloritura. Il primo strato riporta una decorazione in rosa e azzurro con stelline blu cobalto. Lo strato più recente, con motivi in ocra e terre rosse, è molto rovinato. Una cancellata in ferro battuto con due battenti apribili e serratura, chiude lo specchio frontale. I ferri verticali terminano a punta di lancia ingentiliti da due ferri simmetrici curvati con motivo classico. Due semplici grate serrano le aperture laterali.
In alto si legge la scritta Ave Maria in caratteri cubitali bianchi su fondo rosso con contorno di motivi floreali monocromatici, che ricordano la santella di Porta Milanese. Una lampada in ferro e vetro la illuminava di notte. Tutte le superfici presentano decorazioni e motivi ricorrenti anche nella parrocchiale. Sopra le colonne due travetti in muratura sono dipinti in marrone scuro a imitazione legno. Un grande cristallo protegge la tela datata 1655, restaurata nel 1976, rappresentante l'apparizione della Madonna con Gesù, Dio e angeli a Sant'Antonio da Padova. Bisognerebbe pulire il cristallo che impedisce la visione della tela. La composizione alloggia il santo in ginocchio in basso a destra, e la Madonna con Gesù a sinistra centrale, su una nuvola. In basso a sinistra due angeli recano in mano i gigli bianchi simbolo di purezza del Santo. I lineamenti e le colorazioni dei volti si collocano nel XVII secolo. In alto tre angioletti (volto e ali) coprono parte del cielo. A sinistra e in alto Dio padre.
La tela è di grande pregio, abilmente dipinta: con padronanza del colore e delle forme e fu donata dal Prevosto Don Gino Menghi alla contrada, dopo averla fatta restaurare e adattare alla cornice in nero e oro e alla nicchia esistente. Infatti nella parte superiore fu aggiunta una striscia con integrazioni con colori ad olio. La fu Signora Bonazzi, allora custode della santella e della tela, la fece rimuovere, dopo avere visto le autorizzazioni, il 19 agosto 1993 per farla restaurare, a Milano da Paola Centurini, ma pretese ripetute assicurazioni sul ritorno dell'opera nella Santella, da me, dall’amministrazione comunale e dalla telefonata dell’allora prevosto Don Tullio Viviani.
Una volta rimossa la tela nella nicchia centrale, apparve un affresco molto rovinato con perdita del film pittorico, ma ancora leggibile nell’impianto grafico compositivo. Degrado dovuto, senza dubbi,o alla preparazione dell’arriccio con calce non bene amalgamata con la sabbia e la presenza di bottaccioli che, idratandosi, sparano in fuori lo strato di intonaco ultimo sul quale venivano stesi i pigmenti (terre colorate) veicolati in acqua; questo succede in tempi relativamente vicini a noi.
Il dipinto di cui ho potuto ammirare la sinopia e alcune parti ancora integre, si trova ancora celato sotto la tela, e rappresenta la Madonna in trono con bambino tra i Santi Rocco e Sebastiano, santi taumaturghi della peste.
Tale affresco può essere attribuito al Gavazzeni per le tracce di colori presenti molto simili alla decorazione, molto rovinata, posta nel pronao della Parrocchiale, senza dubbio questo affresco andava già a sostituire un dipinto più antico. La decorazione databile negli anni 1920-30 proprio in concomitanza dei lavori interni alla Parrocchiale avvenuti tra il 1914 /20 con la riforma dell'abside e la costruzione della cupola. Un piccolo altare in legno con tovaglia ricamata, lumini, fiori e piante la arricchiscono.
Michele Falciani
“La santella di via Ludovico il Moro viene aperta per l'occasione da quei contradaioli dell'antico Vico di Sotto, e "addobbata" con fiori e lumini”.
Segni sulla muratura e canale di gronda fuori posto
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