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mercoledì 18 aprile 2012

PARIGI: LE DIMISSIONI? "UN SOLLIEVO"

17 aprile 2012 - I retroscena, le reazioni e gli scenari futuri della vicenda sull'ex Cinema Italia di Tirano.

Le dimissioni di 3 membri (su 5) del Comitato della Fondazione Camagni hanno dato una definitiva accelerata alla risoluzione della vicenda della compravendita dell'ex Cinema Italia. Il primo a rassegnare le dimissioni da consigliere è stato Matteo Muzio alla fine di marzo; a seguire sono arrivate, attraverso una lettera di cui siamo entrati in possesso, quelle di Fabrizio Rossatti (consigliere) e Narciso Zini (vice-presidente).

Il componente del Comitato di gestione per parte del Comune di Tirano, l'avvocato Matteo Muzio, che si riserva di rispondere ad eventuali domande solamente nelle sedi istituzionali, tiene comunque a precisare che le sue dimissioni erano state di fatto annunciate con la missiva che aveva depositato agli atti della Fondazione. Le motivazioni, però, le possiamo apprendere dalla lettera di cui abbiamo parlato sopra e sono, principalmente, le seguenti:

  • il presidente, pur avendo tutti i poteri necessari, non è stato in grado di risolvere la questione;
  • "nonostante sia scaduto da quasi tre anni il termine del 10 maggio 2009 indicato dal sig. Ciapparelli Giandomenico... a tutt’oggi l’atto notarile formalizzante la compravendita non è stato ancora redatto e sottoscritto dalle parti";
  • le mancate dimissioni di Parigi nel caso la procedura di vendita non fosse stata effettuata in tempi brevi;
  • all’insaputa del Comitato di Gestione e senza alcuna autorizzazione, in nome e per conto della Fondazione, il presidente ha conferito delega alla Va.Mi.Ro. Hotels S.r.l., soggetto del tutto estraneo alla procedura.

Una rivelazione interessante che traspare dalla lettera è la dichiarazione che l'imprenditore Giandomenico Ciapparelli usa per giustificare la mancata stipula del rogito: la presenza degli affitti, nell'edificio, di Rinaldi e Battaglia. Questo, si legge nella lettera dei dimissionari, "riconduce alla responsabilità esclusiva del presidente Clotildo Parigi".

Quest'ultimo, raggiunto telefonicamente la mattina di lunedì 16 aprile, ha dichiarato: "Ho appreso solamente dai giornali le dimissioni; al momento non sono state ancora formalizzate: fatto questo sarà necessario convocare, attraverso il Comune di Tirano, l'assemblea dei delegati per la rielezione del comitato della fondazione".

E questo significa l'uscita di scena di tutto il comitato, compreso il presidente: "Questa situazione mi lascia nella più ampia serenità: essendo stato eletto per due elezioni consecutive non potrò più essere nominato... dire di essere sollevato è dire poco. Ora sono curioso di vedere - conclude- chi si farà avanti: nelle ultime elezioni, a parte Muzio, nessuno voleva entrare nel comitato".

A questo punto gli scenari futuri sono di due tipi:

  1. Prima di tutto, formalizzate le dimissioni dei tre consiglieri, si procederà con la convocazione dell'assemblea dei delegati per la nomina di un nuovo comitato;
  2. se non si riuscirà ad eleggere un nuovo comitato, la Fondazione Camagni verrà sciolta e tutti gli immobili (così come previsto dallo Statuto) passeranno di proprietà al Comune di Tirano che a quel punto si troverà tra le mani la patata bollente.

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