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martedì 19 giugno 2012

PFP VALTELLINA: MARIO CECCHINI PRESENTA LE DIMISSIONI

18 giugno 2012 - Mario Cecchini, membro del CdA del Polo di Formazione Professionale Valtellina, Azienda Speciale della Provincia di Sondrio, presentando oggi al Protocollo dell’Amministrazione Provinciale la propria lettera di dimissioni, ha rimesso nelle mani del Presidente della Provincia l’incarico conferitogli con decreto nell'autunno 2009.

"La decisione è maturata - spiega Mario Cecchini - dopo un triennio contrassegnato da oggettivi risultati gestionali cui sono, per contro, seguiti periodici attacchi strumentali della Provincia che, pur essendo beneficiaria finale dei traguardi raggiunti, ha invece alimentato polemiche, casi mediatici e dato corso ad un iter peggiorativo per la qualità gestionale del PFP".

Per tutelare il delicato momento di fine anno scolastico, tra prove finali ed esami di qualifica, ho formalizzato questo passaggio solo oggi, a conclusione delle attività formative avvenuta venerdì 15 giugno scorso”, sottolinea l’ormai ex-consigliere Mario Cecchini, “la formalità impone che il Presidente della Provincia accetti e ratifichi le mie dimissioni, ma io per primo le ritengo irrevocabili: mi dispiace solamente che queste interrompano quel magnifico rapporto instauratosi con il direttore, con il personale docente ed amministrativo e con i giovani ed i loro genitori durante questi quasi tre anni di impegno, che fino a qualche mese fa esisteva anche con i colleghi del CDA”.

Un impegno che ha visto raggiungere traguardi in materia di risanamento gestionale ed economico dell’Azienda, economicità dei risultati, riconoscibilità qualitativa dell’offerta formativa. Nello specifico, un dato portato in evidenza è il positivo ciclo dei bilanci e della gestione del personale: nonostante l’assunzione in organico di 15 persone a tempo indeterminato (sino al 2011 collaboratori precari dell’Azienda da anni), la richiesta di supporto economico annuale alla Provincia nel bilancio del PFP si è ridotto da 240.000 a 80.000EUR nell'arco di esercizi.

“Un dato che da solo dovrebbe mettere al sicuro da ogni critica l’operato del CdA, che ha lavorato affinché il PFP si rendesse autonomo dall’Ente Provincia, in un’ottica di netta separazione tra pianificatore/controllore della Formazione (Provincia) ed enti erogatori (Aziende di Formazione), come impone la normativa regionale.
Ora, questo percorso è seriamente inficiato con le trasformazioni pianificate dalla Giunta Provinciale: di fatto il nuovo statuto in via di approvazione riporta indietro di anni la situazione e reintroduce confusione dei ruoli, con nuovi margini di ingerenza dell’Amministrazione sulle scelte gestionali, non garantendo più così rispetto dell’autonomia e dell’oggettività.

Di questo ne abbiamo già avuto prova nell’ultimo mese, quando la Giunta ha imposto assunzioni su cui il CdA non aveva proceduto perché, senza eccepire sulle qualità dei collaboratori in questione, non vi erano né posizioni giustificabili in organico, né sostenibilità economica garantita. Questa decisione, suffragata anche da un’espressione del Giudice del Lavoro, è tuttavia scavalcata da una delibera della Provincia, non si capisce bene per quale ragione: in un’epoca in cui si chiede rigore gestionale al settore pubblico in primis, procedere con ‘assunzioni allegre’ sembra davvero un controsenso”.

Ed ancora, il rigore gestionale imponeva l’adozione di strategie specializzate per posizionare l’offerta formativa, rinnovando la reputazione goduta dai centri di Sondrio e Vallesana.
In questa direzione si era individuato un percorso di collaborazione e consulenza con l’Università Bocconi. “A ciò l’Amministrazione Provinciale si è opposta, proponendo invece un nuovo Statuto privo di capacità di visione e di proiezione nel tempo dell’Azienda Speciale, che riduce ai voti d’obbedienza il CdA e Direttore, pena la loro rimozione.
Ogni potere decisionale è così ‘riportato’ in Provincia o, peggio, soggetto a parere preventivo della stessa: di fatto l’Azienda Speciale è in stato regime controllato ed aperto ad ingerenze.
Già oggi la Provincia, infatti, ha dimostrato di non esimersi dal voler e poter fare tutto a dispetto delle le garanzie di ‘terziarietà’ vigenti, a norma di Statuto e di Legge.

Questo concetto di Azienda Speciale, oltre che rendere lo Statuto un documentino procedurale anziché l’Atto fondante sui principi dell’Azienda stessa, è contrario alla natura giuridica del PFP, che ha carattere di autonomia imprenditoriale, con appunto Organi propri e che operi secondo le indicazioni-obiettivo e grazie anche alle risorse dell’ente fondatore, ma non come un ufficio dello stesso”.

"A fronte di questa impostazione, numerosi gli attacchi ricevuti: sindacati, lettere anonime e, ancora, la ‘libertà vigilata’ imposta dall’Amministrazione provinciale.
Oggi, dati incontrovertibili alla mano, potrei dimostrare l’infondatezza e la pretestuosità di tutti gli ingiusti addebiti mossi alla gestione cui ho potuto partecipare”.

“Ad esempio, il Sindacato, la CGIL in particolare, ben sapeva che la delicata situazione occupazionale presso il PFP risaliva a tempi ampiamente precedenti l’attuale Amministrazione e Direzione e che nessuno, prima di queste ultime, aveva inteso od era stato capace di porvi rimedio. Stupisce invece che proprio la CGIL che ha reiteratamente e costantemente concordato e condiviso la formale procedura di assunzione del personale precario suggerita dall’Azienda, e poi consensualmente attuata, abbia prodotto dissennati attacchi ed ingiustificate accuse”.

“Queste sono solo alcune riflessioni circa gli scenari che si prospettano al termine delle attività che, in tre anni di mandato contraddistinto da silenziosa ed efficace operatività, ho contribuito ad attivare. A fronte di oggettivi risultati di rilancio e risanamento, tuttavia, le risposte di chi mi ha consegnato mandato fiduciario e di chi dovrebbe sostenere il buon assetto del PFP sono state decisamente demoralizzanti e, a mio modo di vedere, non in linea con il percorso virtuoso tracciato dal CdA in carica. Per questo ho deciso - conclude Cecchini - di presentare le mie dimissioni e di condividere questa riflessione con gli Operatori della Stampa locale: mi rendo disponibile infine per approfondire tutti quegli aspetti che, per forza di cose, sono stati omessi o solo marginalmente trattati in questa nota”.

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