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martedì 28 maggio 2013

VALTELLINA: "RIPENSARE LE STRATEGIE DEL TURISMO"

27 maggio 2013 - Ma quanti italiani andranno davvero in vacanza nel 2013? Sondare il mercato alla scoperta delle intenzioni di vacanza mentre l'economia recede, quando le visioni del futuro si appannano e i consumi si riducono, impone al settore un’interpretazione più sociologica che statistica, anche in Valtellina.
Un semplice sondaggio a campione effettuato tra i clienti e turisti transitati dal Consorzio indica che:
  • molti in vacanza ci andranno, un po’ meno ma ci andranno;
  • avremo un numero maggiore di persone che non andranno all’estero e che faranno vacanze in Italia;
  • diminuiranno in percentuale quelli che nel 2012 hanno fatto più vacanze, week end e short breaks;
  • aumenteranno quelli che intendono fare meno ferie dicendo: meglio stare al lavoro e presidiare il posto;
  • si ridurranno le escursioni d'arte/cultura ma non quelle enogastronomiche;
  • almeno 5 su 10 hanno deciso di fare vacanze senza sapere, per ora, dove farle. Stanno guardando con un certo interesse alle località turistiche più familiari, più vicine o dove sono già stati;
  • tra quelle vicine, le preferite sono quelle attrezzate e collaudate che garantiscono un’organizzazione turistica efficiente, senza sorprese.
In pratica nel 2013 in tanti potrebbero tornare alle località scelte lo scorso anno; in alternativa sceglieranno quelle di cui parlano bene amici e parenti.
È un’analisi sicuramente parziale (avvalorata anche alle richieste ad oggi) quella che viene valutata dal Consorzio Turistico Sondrio e Valmalenco, su un calo ipotetico delle richieste che potrebbe trasformarsi in una “stagnazione” negli arrivi sul territorio. Alcune riflessioni fatte nei giorni scorsi danno spunto al Direttore Roberto Pinna per formulare un commento non limitato alla congiuntura ma più di prospettiva sulla “visione” del turismo estivo.
«La solita congiuntura legata al meteo, alla strada e alla situazione finanziaria delle famiglie potrebbe spiegare in parte il calo nella domanda sull’’estate. In realtà occorre prendere atto che, nel passato nonostante gli sforzi unitari e di coesione sono mancate alcune scelte e alcune progettualità».
Anche i numeri possono certificare che il turismo in Valle necessita di una svolta. Ma, al di là dei freddi dati statistici, che da “qualcuno” periodicamente ci sono riproposti, la realtà è che un passato fatto di “fedeltà e di zoccolo duro” sia destinato a non bastare più.
«Discutendo in Consorzio sul possibile andamento turistico estivo della Valmalenco e valutando i dati che mai come quest’anno danno segnali altalenanti, – fa sapere Pinna – emerge una lettura secondo cui alla base di tutto ci sono stati limiti di natura strategica che oggi più che mai si fanno sentire.
La ricerca del luogo ideale tra istinto, soggettività e inesperienza.
Esistono luoghi di sogno nella mente di ognuno, viaggi compiuti con il pensiero ancora prima che nella realtà. Ci sono simboli, oggetti ed aspetti del mondo legati strettamente ai gusti personali, quindi di valore soggettivo.
E’ stato chiesto agli intervistati di esprimere un giudizio su dieci aree turistiche nazionali (mare e monti). Otto su dieci non hanno saputo valutare la maggior parte delle macro-aree turistiche italiane perché non ne conoscono la posizione geografica, non sanno valutare gli aspetti cruciali dell’ospitalità (non li hanno mai sperimentati), quindi non possono interpretare i valori di quelle offerte. Questo limita le possibilità di scelta e di cambiamento e accentua il ritorno alle medesime località di vacanza.
Si scelgono le destinazioni in base a percezioni ed anche equivoci.
A proposito di valutazioni e di motivazioni che determinano le scelte, citiamo il maggior equivoco turistico legato al mare in quanto per la parte montagna essendo formulari di clienti/turisti in loco, il risultato può essere fuorviante. Primo: quando si parla di una destinazione come Rimini, si immagina un luogo caotico destinato soprattutto ai giovani e ai giovanissimi. Nella realtà Rimini ottiene il 70% delle sue presenze da famiglie e turisti della terza età e solo il 30% da giovani.(dati Istat/Enit)
Secondo equivoco: Sardegna e Sicilia sono percepite dal 65% come le “regioni balneari per eccellenza”, ma solo il 6% degli italiani sceglie la Sicilia per la vacanza balneare e solo il 9% la Sardegna.
Internet non è un valido supporto per queste valutazioni generate dal tempo, dalle memorie e dal passaparola. Questo significa che i turisti non scelgono su basi oggettive, non sanno distinguere tra
archetipi e realtà, sono costretti ad affidarsi a superficiali percezioni.
Infatti il mare della Riviera Romagnola non è migliore di quello della Versilia o della Campania o peggiore di quello ligure. E' un archetipo prodotto dalla comunicazione, dalle memorie e da ciò che continuamente riferiscono le cronache giornalistiche.
Gli equivoci finiscono a penalizzare...
Se abbiamo possibili clienti con meno disponibilità e meno brillanti, che grazie alla crisi si aspettano occasioni favorevoli e prezzi bassi; dall’altro un’ondata di costi e supplementi di imposte stanno “convincendo” gli operatori a sfruttare la stagione estiva 2013 con i soli incassi della quindicina di agosto.
Se da un lato gli italiani immersi nella crisi pensano di risparmiare, dall’altro gli operatori, per fronteggiare la crisi puntano ad aumentare i prezzi del mese che storicamente vede 32 milioni di italiani partire e/o allontanarsi da casa. In piena recessione, ancora oggi e in tutta Italia, è in corso una decisa crescita delle tariffe di quella che una volta era chiamata “altissima stagione”.
C'è ritardo o stagnazione delle prenotazioni? Non sempre è colpa della domanda. Gli operatori affermano che è in atto una sorta di “non richiesta”, “ Non squilla il telefono”, ma in realtà molti di loro, come sempre, non accettano prenotazioni per due persone e per brevi periodi nel mese di agosto.
L’obiettivo ”massimo carico al massimo prezzo” sta raffreddando chi ha già deciso dove andare ed è costretto a cercare alternative.
In sintesi, si evince che:
A) nel 2013 la domanda va in cerca di soluzioni convenienti;
B) si chiedono proposte oneste.
Se si costringono i turisti a mettere in discussione le proprie convinzioni, le storiche abitudini o il proprio stile di vita, le prenotazioni rallentano, ritardano o non arrivano.
Fortunatamente per noi, nulla di irrecuperabile ma occorre re-investire e crederci e adeguarci magari ai “nuovi parametri” ed è proprio l’alta fedeltà dei clienti esistenti che ci spinge ad essere ottimisti, ma soprattutto ci spinge a pensare che ci siano ancora spazi di crescita”.
Nella nuova fase occorre tener conto che le vacanze in montagna sono viste come “vecchie” (una ricerca prodotta dall’Osservatorio provinciale di Trento) e, l’unico possibile antidoto è quello di creare alternative sempre più motivanti e pensare a vacanze su misura e personalizzate. Insomma l’aria pulita e le passeggiate non bastano più e per fidelizzare occorre pensare a innovare e offrire opportunità di svago sempre diverse e soprattutto attive.
Da qui discendono secondo molti analisti parte delle sofferenza in cui versa il turismo estivo montano e quindi, non tutte le colpe sono del meteo o della viabilità.
Ancor oggi molti operatori ripongono fiducia nel progetto della Dmo che si pone l’obiettivo di rilanciare la Valtellina e le sue località in una chiave più moderna. Questo però non può bastare anche se sarà utile. Il turismo è certamente ed indiscutibilmente “organizzazione” ma colui che decide, cioè il turista valuta nel suo insieme la destinazione e ciò che gli si offre.
La crisi ha prodotto incertezza e l’incertezza produce soggettività, nella versione che possiamo semplicemente definire "understatement". La recessione mette in gioco i fattori soggettivi e cambia la valutazione di sé, una valutazione che l'italiano aveva consolidato negli anni scorsi. Cambia il giudizio dei fattori strutturali (alberghi, attrezzature, trasporti, esercizi ristorativi, discoteche), cambia il rapporto tra italiani e servizio (ospitalità, comodità, accessibilità, ristorazione, entertainment). Nel 2013 ciascuno sarà impegnato a difendere con i denti il proprio stile di vita, a resistere alla recessione, a remare contro i cambiamenti che lo trascinano in basso.
Roberto Pinna, Direttore Consorzio Turistico Sondrio e Valmalenco

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