Anche quest’anno il Comune di Sondalo ha voluto proporre a
residenti e turisti un calendario di incontri culturali che hanno
affrontato vari argomenti. La novità di questa rassegna è stata proprio
la partecipazione del Parco alle iniziative sondaline.
Anche quest’anno il Comune di Sondalo, di concerto con la
Commissione della Biblioteca, con la preziosa collaborazione del Centro
Studi Storici Alta Valtellina, dell’Associazione Culturale Terra
Celeste, della redazione della rivista “Le Montagne Divertenti” e del
Parco Nazionale dello Stelvio, ha voluto proporre a residenti e turisti
un calendario di incontri culturali che hanno affrontato vari argomenti.
La novità di questa rassegna è stata proprio la partecipazione del
Parco alle iniziative sondaline.Il ciclo di serate è stato inaugurato il 9 luglio con l’esperto naturalista del Parco Massimo Favaron che ha tenuto un incontro che per argomento aveva: vita estrema, strategie di sopravvivenzadi piante e animali alla vita in montagna. Una vera e propria lezione di botanica e faunistica sugli stratagemmi che piante e animali adottano per sopravvivere ai rigidi climi dell’alta quota. Una miriade di curiosità che hanno stupito gli ascoltatori.
Il 19 luglio è seguito l’appuntamento sul tema dei sanatori. Tra le montagne. La bellezza che guarisce, una serata corale che ha visto seduti al tavolo le tante persone che hanno scritto gli articoli del numero di primavera delle Montagne Divertenti, in gran parte dedicato ai sanatori di Sondalo. Si sono avvicendati Maria Luisa Bonesio, Giacomo Menini, Davide Del Curto, Beno e Nicola Giana, con il coordinamento della serata affidato a Paola Pizzini. Si è trattato di un’ulteriore momento per rivalutare il Morelli, alla luce della sua storia, del momento attuale e con qualche ipotesi sulle future prospettive, riflettendo sul valore sanitario, storico, architettonico nonché naturalistico di questa importante realtà in rapporto a Sondalo, alla sua società e alla sua economia.
È seguita la serata del 6 agosto affidata a un giovane studente di storia di Sondalo, Ivan Selvini che ha presentato al pubblico la sua tesi di terzo anno: Istruzione scolastica e istruzione religiosa nel XVII secolo: il caso di Sondalo. Un lavoro di ricomposizione storica e di ricerca su un argomento poco conosciuto ha portato l’uditorio a rivivere il Seicento valtellinese, secolo drammatico per la nostra valle contesa dalle grandi potenze, sconvolta dai conflitti religiosi sfociati con il cosiddetto Sacro macello. Eppure proprio in questo secolo, qua e là, sono nate iniziative volte all’istruzione dei fanciulli. I collegi di Ponte e di Bormio, gestiti dai gesuiti,ne sono il maggiore esempio. Ma anche a Sondalo, grazie al lascito della notabile famiglia dei Bassanini si diede avvio a una sorta di scuola di cui Ivan ha spiegato e commentato i contenuti del documento archivistico che ne disciplinava il funzionamento.
Il 23 agosto è stata la serata dedicata all’orso, alla sua storia in Valtellina, alla realtà attuale e alle prospettive legate al progetto europeo cui il Parco dello Stelvio aderisce. Massimo Favaron ha contribuito sicuramente a sfatare tanti timori e luoghi comuni con la sua dissertazione che, oltre agli aspetti meramente scientifici, ha toccato anche risvolti etnografici e antropologici. Anche quando il plantigrado era diffusissimo in Valtellina, le aggressioni nei confronti dell’uomo sono state assai rare; dati questi confermati dalle statistiche dei Paesi dove l’orso è ancora presente in modo massiccio (Svezia, Finlandia, ecc.). L’orso è stato al contrario vittima, come il lupo, di un’accanita caccia, tanto che a inizio Novecento si sono documentate le ultime uccisioni e gli ultimi avvistamenti.
Il ciclo si è concluso il 5 settembre con l’arch. Giacomo Menini di Sondalo con Costruire in cielo: l’architettura moderna in Valtellina. Uno sguardo attento sui più begli esempi di costruzioni del Novecento nelle nostre vallate. Una parte importante della serata è stata occupata dalle grandi centrali, ancora una volta dai sanatori, da alcuni avveniristici rifugi e da varie villette. Giacomo ha rappresentato anche le criticità di una valle anche troppo cementificata, con alcune riflessioni sul recupero intelligente dell’esistente. Basterebbe affacciarsi alla finestra svizzera per vedere come i nostri vicini, in questo senso, si dimostrano maestri lungimiranti.
La rassegna ha dato grandi soddisfazioni all’organizzazione, sia per gli argomenti e i contenuti e per la buona affluenza di ascoltatori che spesso hanno animato le serate con domande per appagare proprie curiosità o per meglio chiarire alcuni dettagli. "Un ciclo - hanno detto gli organizzatori - che sicuramente conforta e stimola a proseguire questo genere di iniziative dove sicuramente non si hanno le grandi folle, ma la presenza di persone sempre desiderose di opportunità culturali.
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