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martedì 25 febbraio 2014

IL PRESIDENTE DEL SENATO PIERO GRASSO ALL’APRICA

Solo pochi amici fidati di Aprica sanno quanti giorni è durata, ma la vacanza del presidente del Senato Piero Grasso è stata certamente abbastanza lunga da permettergli un totale appagamento sugli sci, sport che ama moltissimo e che pratica da tempo. Da ben prima della fine degli anni ’90, quando cominciò a frequentare la località valtellinese per l’evento benefico Un giorno di sole, insieme ad amici magistrati quali Piero Calabrò e altri.
La seconda carica dello Stato, già ripartito per Roma, dove proprio in queste ore presiede l’assemblea di Palazzo Madama per la fiducia al nuovo Governo Renzi, si è concesso sabato pomeriggio presso un noto locale pubblico di Aprica per un incontro informale con i rappresentanti dell’istituzione comunale. Nell’unica uscita pubblica del suo soggiorno aprichese, Grasso ha visto il sindaco Carla Cioccarelli e il vice Bruno Corvi, oltre a pochissimi invitati, tra i quali Fausto Bozzi e consorte Mariangela in rappresentanza degli impiantisti e degli albergatori.
Eletto quasi un anno fa senatore dopo una vita in magistratura e nominato pochi giorni dopo presidente dell’assemblea di Palazzo Madama, l’illustre ospite si è intrattenuto a dialogare amabilmente coi convenuti, mostrando grande disponibilità. Abbiamo quindi potuto ascoltare Grasso parlare del suo soggiorno e raccontare che le ore più belle sono state quelle trascorse nel pomeriggio ai Campetti col nipotino di sette anni, che si è divertito un mondo e non voleva più smettere di andare su e giù con gli sci per i facili pendii a ridosso di Aprica. Sulle piste di tutto il comprensorio, a sciare quasi senza sosta, il presidente ha trascorso invece ogni altro giorno molte ore, come narrano ammirati sia il maresciallo Maurizio Mganani, sia il maestro Alberto Paco Polatti, che a turno gli hanno fatto compagnia. Ma c’è di più: il maestro Paco, vista la passione e la bravura del senatore, ha proposto di assegnargli la qualifica di Maestro onorario della Scuola Sci Aprica. La proposta pare sia stata senz’altro accolta e a breve se ne dovrebbero conoscere i dettagli formali.

Nell’occasione abbiamo potuto rivolgere al presidente del Senato Piero Grasso qualche domanda.
Com’è stato il Suo soggiorno aprichese?
Molto piacevole. Come dicevo, ho passato tante ore sulle vostre belle piste, mi sono rilassato e divertito. E poi qui ho alcuni cari amici, che torno sempre volentieri a trovare.

È più impegnativa la nuova carica o quella precedente di procuratore capo dell’antimafia?
Impegnative lo sono entrambe, perché sono abituato ad assolvere i miei incarichi sempre con il massimo impegno. La differenza è che prima potevo vedere, direi toccare con mano, i risultati concreti di quanto fatto. Ora invece è diverso, si fatica a vedere la traduzione pratica del lavoro parlamentare; a capire se, quando e quali conseguenze concrete ci saranno per la vita delle persone. La macchina legislativa è complicata, i tempi sono lunghi, a volte interminabili (muove le dita delle mani come quando si maneggia la farina, NdR).

Cosa pensa della concreta possibilità che Le tocchi l’onore di essere l’ultimo presidente del Senato della Repubblica italiana, almeno così come lo conosciamo?
E va bene, se la riforma costituzionale vedrà la luce sarà la benvenuta. Certo dispiacerà un po’, andando in giro per l’Europa e per il mondo, non poter più parlare del nostro glorioso Senato, di un’istituzione parlamentare praticamente unica, nobile e antico retaggio storico-politico.
Poi, stimolato anche dalle considerazioni dei presenti, s’accalora un poco e ci confida il suo pensiero in merito:
Io ho già espresso la mia idea di come potrebbe e dovrebbe diventare l’assemblea di Palazzo Madama. Non una Camera legislativa come lo è ora, doppione di Montecitorio, ma un consesso per lo studio e l’approfondimento, ad esempio, dei grandi temi etici, quelli legati alla persona: eutanasia, eugenetica, famiglia... Insomma un organismo consultivo di alto livello, che sia anche contemporaneamente Camera delle Autonomie e delle Regioni. Certo, vedrei bene una riduzione numerica dei suoi componenti di un buon 30%.
E anche dal punto di vista qualitativo, Grasso lascia intendere che ci sarebbe non poco da sfoltire.
Auguri di buon lavoro, presidente. Ne ha e ne abbiamo bisogno.

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