Se questa sera, passando per Aprica, vedrete degli squadroni di uomini in marcia vestiti di cappelli ad ampia falda, tabarri neri, pantaloni alla zuava, calzettoni di lana e scarponi, che reggano per il collare esagerati campanacci e, appoggiandone il grosso batacchio proprio all'altezza dell'inguine, li sbattano all'unisono... Se vedrete un simile e - più che licenzioso - pauroso spettacolo, con anche contadinacci carichi di gerle, falci e rastrelli, o donne e bambini con fiaccole e stendardi, beh ... spaventatevi un pochino, anche se non troppo.
È Sunà da Mars, la tradizione più genuina e potente di Aprica, che si mette in scena per richiamare il risveglio di Madre Natura, ora che li masù (fienili) sono quasi vuote e occorrerà al più presto accumularvi foraggio nuovo, altrimenti ne andrà della sopravvivenza di tutta la comunità.
Intanto sono stati benedetti da Don Augusto Azzalini, alla presenza del sindaco Carla Cioccarelli e del vicesindaco Bruno Corvi, la farina, l'acqua, il sale e il vino che costituiscono i semplici ingredienti del mach, la pietanza che sarà distribuita a tutti in Piazza del Palabione dopo la sfilata di stasera. Dettaglio da non trascurare: il monumentale campanaccio-simbolo sarà portato da Contrada Mavigna, che sempre ieri sera lo ha ricevuto da Contrada Santa Maria. Questa lo aveva gelosamente custodito per un anno intero e lo stesso farà la nuova assegnataria. Consegnati al rappresentante di ciascuna delle sei contrade anche i rispettivi gonfaloni.
La partenza dei cortei da ciascuna delle sei frazioni è previsto intorno alle ore 20:00 (anche a seconda della distanza dal luogo d'incontro, Piazza Mario Negri scultore davanti al Municipio, prima di convergere nella vicina Piazza del Plabione).
Antonio Stefanini
Ecco le foto della cerimonia di ieri sera (per gentile concessione di Lorenzo Della Moretta)
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