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giovedì 27 marzo 2014

INFRASTRUTTURE LOMBARDE: "MARONI E CATTANEO SI DIMETTANO"


Foto di Niccolò Caranti (cc)
Il Movimento 5 Stelle ha chiesto, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato portavoce regionali e nazionali, le dimissioni del Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, alla luce delle inchieste della Magistratura che vedono coinvolti i vertici di Infrastrutture Lombarde.
“E’ stato smascherato l'ennesimo intreccio insano tra i manager nominati dalla politica, l'istituzione Regione Lombardia e lobby come Comunione e Liberazione e Compagnia delle Opere e chi, come Maroni e Cattaneo, aveva il compito di assicurare il controllo politico preventivo sulla legalità e trasparenza degli appalti pubblici. Evidentemente non sono in grado di svolgere il loro dovere”, dichiara Giampietro Maccabiani, capogruppo di M5S Lombardia.
“Sono mesi che denunciamo la mancanza di controlli e di cultura della legalità in Lombardia. Zero fondi regionali per la lotta alla mafia, zero controlli sugli appalti di Expo, zero verifiche puntuali. Maroni e Cattaneo non potevano non sapere quello che stava accadendo in Infrastrutture Lombarde. Le loro dimissioni sarebbero un atto concreto per ridare dignità alle istituzioni lombarde, ancora una volta al centro degli interessi della Magistratura con il coinvolgimento diretto, per ora di dirigenti nominati dai partiti”, conclude Maccabiani.
Tutto nello stesso giorno in cui il il Consiglio regionale, con il voto dei partiti di Lega Nord, Lista Maroni, Nuovo Centro Destra, Forza Italia e Fratelli d'Italia, ha bocciato l’ordine del Giorno del M5S Lombardia che chiedeva di inserirein un progetto di legge sul programma di lavoro della Commissione europea e le politiche europee di maggior interesse per la Lombardia, i temi della lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. Per Silvana Carcano, consigliere del Movimento 5 Stelle, “evidentemente per i partiti la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata non è una priorità. E’ evidentemente più forte di loro se votano contro la lotta alla mafia in un atto di indirizzo che non ha nemmeno la forza di legge”.

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