Quest’estate Red Bull Wide Open incanterà il pubblico di Livigno dall’11 al 13 luglio. In queste date, però, il Bike Park Mottolino non ospiterà unicamente super-appassionati di questo sport, ma anche tanti curiosi che potrebbero voler saper di più su un evento tanto unico quanto divertente. Per loro, Red Bull presenta oggi una guida che illustra il significato dei termini tecnici e dello slang che caratterizzano questa affascinante disciplina.
Per chi ama la velocità: la downhill
La downhill è la quarta dimensione della mountain bike. Per taluni è persino la prima, quella originaria, quella che spinse i primi pionieri delle bici dalle “ruote grasse” a lanciarsi in discese ardite: un giorno di qualche anno fa, dei giovani hippie americani decisero per divertimento di buttarsi con delle biciclette da fuoristrada rigide e pesanti (altresì detti “cancelli”) giù dalle colline della California. Così per scherzo, grazie a questi pionieri scavezzacollo, nacque la downhill: letteralmente giù dalla collina.
Dagli albori ad oggi è diventata una specialità riconosciuta dall'UCI (Unione Ciclistica Internazionale). In salita ci si arriva, comodi-comodi, con i furgoni o, più spesso, con gli impianti di risalita. Si pedala pochissimo. Per questo i downhiller sono tacciati di essere degli “smidollati” da chi pratica il cross-country, ovvero da chi è abituato a pedalare e sudare. Eppure anche praticando la downhill si suda, garantiamo. Nelle gare DH vince chi scende nel minor tempo possibile su un tracciato uguale per tutti, partendo uno alla volta. Se fosse lo sci, sarebbe lo slalom gigante.
La downhill è la quarta dimensione della mountain bike. Per taluni è persino la prima, quella originaria, quella che spinse i primi pionieri delle bici dalle “ruote grasse” a lanciarsi in discese ardite: un giorno di qualche anno fa, dei giovani hippie americani decisero per divertimento di buttarsi con delle biciclette da fuoristrada rigide e pesanti (altresì detti “cancelli”) giù dalle colline della California. Così per scherzo, grazie a questi pionieri scavezzacollo, nacque la downhill: letteralmente giù dalla collina.
Dagli albori ad oggi è diventata una specialità riconosciuta dall'UCI (Unione Ciclistica Internazionale). In salita ci si arriva, comodi-comodi, con i furgoni o, più spesso, con gli impianti di risalita. Si pedala pochissimo. Per questo i downhiller sono tacciati di essere degli “smidollati” da chi pratica il cross-country, ovvero da chi è abituato a pedalare e sudare. Eppure anche praticando la downhill si suda, garantiamo. Nelle gare DH vince chi scende nel minor tempo possibile su un tracciato uguale per tutti, partendo uno alla volta. Se fosse lo sci, sarebbe lo slalom gigante.
Per chi ama le acrobazie: il freeride
Letteralmente “cavalcata libera". Non ci sono limiti, non ci sono vincoli, né tanto meno metri di valutazione. Il freerider si aggira sulle tracce alla ricerca di salti, traiettorie inedite, drop e gradinate. Uno spirito libero che non ama i sentieri battuti da altri e che spesso ne crea (costruendo con pale e vanghe salti e cunette). La massima espressione del freeride si chama Red Bull Rampage, una gara ai limiti della gravità che si tiene ogni anno tra le aride montagne dello Utah, dove i partecipanti fanno salti da 30 metri di altezza eseguendo manovre spettacolari.
Letteralmente “cavalcata libera". Non ci sono limiti, non ci sono vincoli, né tanto meno metri di valutazione. Il freerider si aggira sulle tracce alla ricerca di salti, traiettorie inedite, drop e gradinate. Uno spirito libero che non ama i sentieri battuti da altri e che spesso ne crea (costruendo con pale e vanghe salti e cunette). La massima espressione del freeride si chama Red Bull Rampage, una gara ai limiti della gravità che si tiene ogni anno tra le aride montagne dello Utah, dove i partecipanti fanno salti da 30 metri di altezza eseguendo manovre spettacolari.
Per chi ama la sfida: il four-cross
Immaginate questa scena: quattro ciclisti fermi ad un cancelletto di partenza che aspettano il verde. Al via, il cancello si apre e tutti giù a bomba, fino al traguardo. Sempre in discesa. Meno di un minuto per arrivare, ma un'infinità di salti, paraboliche vertiginose, cunette e dossi. Come il motocross, ma ecologico. Naturalmente i ciclisti, detti rider, si scontrano come le automobiline al luna park, cadono e giocano a chi taglia la curva per primo. Una cosa da pazzoidi, quindi estremamente divertente.
Immaginate questa scena: quattro ciclisti fermi ad un cancelletto di partenza che aspettano il verde. Al via, il cancello si apre e tutti giù a bomba, fino al traguardo. Sempre in discesa. Meno di un minuto per arrivare, ma un'infinità di salti, paraboliche vertiginose, cunette e dossi. Come il motocross, ma ecologico. Naturalmente i ciclisti, detti rider, si scontrano come le automobiline al luna park, cadono e giocano a chi taglia la curva per primo. Una cosa da pazzoidi, quindi estremamente divertente.
La summa: il gravity
Raccoglie tutte le discipline praticate in discesa: il four-cross, il freeride, la downhill e l'enduro (la new entry tra le discipline MTB, un mix tra downhill e cross country). In una parola l’adrenalina di una discesa a tutta velocità, tra cunette, salti improvvisati e derapate mozzafiato. Le piste sono disegnate per garantire la massima spettacolarità, con salti artificiali, passerelle in legno, wall-ride e sponde. Per questi rider servono bici specifiche dall’assetto crossistico e abbigliamento ad hoc, con protezioni agli arti per attutire eventuali cadute. Il casco è rigorosamente integrale (e ci mancherebbe).
Raccoglie tutte le discipline praticate in discesa: il four-cross, il freeride, la downhill e l'enduro (la new entry tra le discipline MTB, un mix tra downhill e cross country). In una parola l’adrenalina di una discesa a tutta velocità, tra cunette, salti improvvisati e derapate mozzafiato. Le piste sono disegnate per garantire la massima spettacolarità, con salti artificiali, passerelle in legno, wall-ride e sponde. Per questi rider servono bici specifiche dall’assetto crossistico e abbigliamento ad hoc, con protezioni agli arti per attutire eventuali cadute. Il casco è rigorosamente integrale (e ci mancherebbe).
La ricetta del Wide Open
Servono tre ingredienti: la velocità della downhill, le acrobazie del freeride e la sfida del four-cross. Miscelate con vigore. Otterrete un amalgama inedita, dal sapore speziato e deciso. Solo per stomaci forti e allenati.
Cosa aspettate? Venite al Wide Open per vedere dal vivo un incredibile spettacolo che rischierà di appassionarvi non poco!
Servono tre ingredienti: la velocità della downhill, le acrobazie del freeride e la sfida del four-cross. Miscelate con vigore. Otterrete un amalgama inedita, dal sapore speziato e deciso. Solo per stomaci forti e allenati.
Cosa aspettate? Venite al Wide Open per vedere dal vivo un incredibile spettacolo che rischierà di appassionarvi non poco!
Nessun commento:
Posta un commento