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giovedì 20 novembre 2014

SERATA "MESSICANA" AL PALAZZETTO DI SONDALO

L’Università di Guanajuato è il primo ateneo in Messico ad avere, ormai da oltre sessant’anni, un’orchestra stabile divenuta col tempo punto di riferimento per la vita musicale dell’intera nazione. Venerdì 21 novembre, ore 20.45, questa Orchestra di 75 elementi sarà sarà presente al Palazzetto Comunale di Sondalo, penultima tappa del tour in Italia iniziato a Roma con date successive al Teatro Verdi di Firenze e al Sociale di Mantova e all’Auditorium Mozart di Ivrea.
A dirigerla sarà Francisco Orozco Lopez, musicista presente sulla scena internazionale sia come direttore che come autorevole didatta. Dopo aver seguito corsi di direzione d’orchestra con maestri come Franco Ferrara e Sergiu Celibidache, ha diretto solisti di gran fama come Placido Domingo, Francisco Araiza, Ravi Shankar fino al popolare chitarrista Paco De Lucia. Violino solista nel Concerto di Barber sarà Maureen Conlon Gutierrez, americana ma messicana d’origine, che ha alle spalle applaudite performances in tutto il mondo con orchestre quali la Erie Chamber, la Pittsburgh Opera, la Wheeling Simphony, la Virginia Symphony, la Civic Orchestra di Chicago.
L’Orchestra di Guanajuato eseguirà musiche evocative della cultura messicana presentandoci un concerto un po’fuori dagli schemi, ma che proprio per questo non potrà non risultare originale e accattivante. Gli autori sono tutti del Novecento e uno di loro, Arturo Marquez, è vivente.
Il programma sarà aperto dalla composizione Sensemayà di Silvestre Revueltas. Il titolo si riferisce a una poesia cubana evocante il rituale caraibico dell’uccisione di un serpente. L’ardita partitura descrive la caccia, la danza e il sacrificio. Revueltas è venuto in Europa a combattere nella guerra civile spagnola, esperienza che ha influenzato la sua musica e in particolare questo brano, risalente proprio agli anni di quel conflitto.
Dello statunitense Samuel Barber (famoso il suo “Adagio per Archi”) sarà eseguito il Concerto per violino e orchestra, op. 14, che, pur aspirando ai moderni orizzonti musicali dai quali non era più possibile prescindere, conserva le caratteristiche di partenza, cioè l’urgenza comunicativa e l’intensità espressiva da cui ha origine la sua poetica musicale.
Decisamente più solare la Sinfonieta di Josè Pablo Moncayo, che si avvale di materiale pentafonico (per unire tradizioni musicali extraeuropee anche distanti fra loro), di ritmi sincopati, fertile inventiva e contaminazioni con la musica folk americana.
Eccoci poi a Carlos Chavez e alla sua Sinfonia n. 2 detta “India”, alla cui base vi sono tematiche musicali messicane tipiche e autentiche, fra le quali melodie originali riscoperte durante studi e ricerche. La Sinfonia “India” richiede percussioni non convenzionali integrate, in chiave etnica, con strumenti dei luoghi.
Lo stesso vale per la Conga del Fuego e il Danzòn di Arturo Marquez, che manifestano un rapporto molto stretto col mondo popolare abbracciando diverse concezioni musicali. Sono pagine scritte con capacità artigianale e dote poetica che affondano le radici in quel terreno in cui la danza è pur sempre portatrice di piacere e occasione di socialità.
Il concerto, che si annuncia brillante e festoso, ci inviterà a puntare lo sguardo su una speciale cultura transoceanica inducendoci a riflettere sui mille modi di fare musica, di viverla e di fruirne non solo esteticamente, ma anche umanamente: nel momento in cui avviene il contatto con mentalità e gusti diversi dai nostri, le barriere cadono, le differenze si annullano e si respira un clima di fratellanza fra i popoli.

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