Una ghiotta occasione per apprezzare la pittura di questo poliedrico artista – è tra l’altro autore del grande murale all’ingresso di contrada Madonna – e per conoscere egli stesso personalmente.
Se vogliamo provare ad entrare nel mondo artistico del Maestro Brunelli, accostandoci in punta di piedi al suo poliedrico, complesso universo creativo dalla mirabile empatia con l'Uomo, dobbiamo affrontare un percorso sfaccettato attraverso l'iter che lui stesso definisce di "attività archeologica della conoscenza". Per questa strada filosofica troveremo una innumerevole quantità di "tracce" emerse dal logico fluire del tempo sulla terra e nello spazio, unite alla ricerca umana dell'interazione con esse. Quindi tutto lo sviluppo semantico di quello che è stato prodotto nei secoli è "percepito", come nota Mario De Marco a proposito di Brunelli, da colui il quale "possiede la chiarezza della consapevolezza... L'artista si avvale di quel ‘terzo occhio’ che gli consente di cogliere nitide intuizioni".
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Questo processo di scavo nella complessità del cosmo, dagli eventi naturali o indotti, porta il Maestro a cavalcare i tempi storici e culturali fin dai primordi, assumendo il ruolo di chi, al pari "dei grandi umanisti del Rinascimento, possiede grandi conoscenze di tutto ciò che è collegato all'arte, all'estetica, alla storia ed al pensiero socio-politico". Questo pensiero è del critico d'arte Ramon Casale, eminente autore delle biografie di artisti quali Mirò e Gaudì.
Possiamo continuare a farci condurre per questo sentiero fantastico di rilevazione simbolica ed approfondimento intellettuale, dalle parole esplicative di Marina De Stasio, che parla dell'opera concreta dell'artista che "mette in relazione l'interno chiuso della terra con l'esterno sconfinato dell'universo, ma forse anche l'universo è guscio e grembo, anch'esso si incurva scintillante intorno all'uomo, come una cupola bizantina". Ancora ricordiamo, infatti, il rifulgere dell'oro del periodo My Gold con riferimenti al mosaico ed accostamenti plurimaterici.
Così come, date le sue origini di scenografo teatrale in templi dell’opera quali l'Arena di Verona o il Mozarteum di Salisburgo, ci soffermiamo pure sulle caratteristiche plastiche ed espressive delle sue composizioni, dove gli elementi primigenii riempiono il nostro immaginario: l'aria, l'acqua, il fuoco e la terra vivono combinati in armonie segniche astratte, per piani paralleli e intersecanti che ricordano, nella sapiente distribuzione dell'oro sulla tela, i grandi maestri trecenteschi o il vigore compositivo di un Velasquez" (Maria Elvira Ciusa).
L'excursus analitico attraverso i "mondi" esplorati dall'artista non può che concludersi con un'osservazione fatta da lui stesso: «Da sempre mi sono avventurato ad indagare l'animo umano per comprendere le recondite potenzialità creative che hanno portato in superficie le doti geniali di molti artisti, tra cui spiccano maestri come Braque, Kandinskij, Picasso, Siqueiros, dei quali ho capito le 'tracce' da loro lasciate sia sul piano figurale che in quello intellettuale. Sì, sono ‘tracce' le loro opere lasciate nei musei, non sono la totalità dei loro esseri; è impossibile anche per un genio rivelare integralmente ciò che il suo ‘cervello-universo' concepisce».
Per conoscere la biografia di Lino Brunelli clicca qui (oppure visita il sito ufficiale www.linobrunelli.it)
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