Il rischio è che l’acqua di tutta la Lombardia finisca nelle mani di poche imprese private, italiane o straniere, interessate solo a fare profitto; in tal modo si porrebbe fine alle virtuose gestioni pubbliche che, in particolare nella città e nella provincia di Milano, risultano all'avanguardia a livello europeo.
Il Coordinamento regionale per l’acqua pubblica ricorda che lo scorso 19 luglio, a sostegno del Referendum per l'abrogazione del Decreto Ronchi, sono state consegnate in Cassazione 1 milione e 400 mila firme, delle quali ben 237 mila raccolte nella sola Lombardia (www.acquabenecomune.org), a dimostrazione che i cittadini non vogliono la privatizzazione dell’acqua.
Inoltre in Lombardia, negli scorsi anni, si è attivata una vasta mobilitazione popolare contro le precedenti Leggi Regionali in materia di servizi idrici, in particolare contro le L.R. n. 21/1998 e n. 18/2006, per le parti che imponevano la privatizzazione dell'acqua. A sostegno di tali mobilitazioni si sono attivati i Comuni; nel 2007 ben 144 Consigli Comunali della Lombardia hanno deliberato contro la L.R. 18/2006, ottenendone la cancellazione e la sostituzione con una nuova legge che reintroduceva la possibilità dell’affidamento diretto ad aziende totalmente pubbliche.
A tale proposito, i Comitati per l’acqua pubblica chiamano di nuovo alla mobilitazione tutti i Comuni lombardi, che rischiano, con l’approvazione del progetto di legge, di perdere le competenze in materia di acqua, visto che la Regione, riprendendo la norma nazionale che sopprime gli A.T.O. (Ambiti Territoriali Ottimali), vorrebbe affidare la materia alle sole Province. In tal modo i Comuni, ovvero gli Enti più vicini ai cittadini, verrebbero esautorati dalle decisioni su un bene vitale qual è l'acqua, cancellando il federalismo comunale tanto sbandierato dalla Lega Nord.
Ma in particolare il Coordinamento regionale per l’acqua pubblica chiama all’azione i cittadini, attraverso due azioni di pressione nei confronti della Giunta Regionale: una mailbombing agli assessori regionali [vedasi testo in calce] e un presidio di fronte al Pirellone il prossimo 4 agosto alle ore 17,30, nel tentativo di far desistere la Giunta Formigoni dall’approvazione del progetto di legge.
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