Vi sono persone che affascinano nel raccontare il loro vissuto e i loro ricordi; uno di queste persone è l’Ing. Fausto Sidoli, tiranese, classe 1917, mente lucidissima e carattere gioviale. Mio professore nei lontani anni ’60; mi ha lasciato nella mente il timbro di una “antica e atavica“ onestà intellettuale che forse ai nostri giorni va lentamente sfumando.
In uno di questi giorni ho incontrato per strada il mio anziano professore (in verità ora siamo tutti due anziani) e gli ho chiesto se avesse la voglia di raccontarmi qualche cosa della sua avventurosa vita di Sottotenente del Genio Navale, responsabile per la condotta del macchinario del sommergibile Mocenigo, poi Tenente sul sommergibile H8 e infine partigiano d’Italia, nome in codice “Paolo“.
L’ha fatto con la solita brillantezza e cordialità. Peccato non poter sentire la sua voce in un italiano intercalato ogni tanto, per dar tono all’evento, a una stupenda parlata dialettale tiranese. In queste pagine troverete l’entusiasmo d’un giovane tiranese, marinaio di montagna, che ha dato tanto, come altri giovani, per la sua Patria. Buona lettura.
Ezio Maifrè
4 tubi lanciasiluri AV da 533 mm.
4 tubi lanciasiluri AD da 533 mm.
2 cannoni da 100/47 mm.
2 mitragliere binate da 13,2 mm.
12 siluri da 533 mm. (6 a poppa e 6 a prora)
300 proiettili per i cannoni
3000 colpi per le mitragliere
7 ufficiali, 50 tra sottufficiali e truppa.
100 m
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