Già martedì scorso il Fatto Quotidiano aveva anticipato la trattativa intorno alParco dello Stelvio, iniziata a ottobre con la visita a Merano del Ministro degli Esteri Frattini. Da una parte il partito del Sudtiroler Volkspartei (con deputati e senatori presenti in Parlamento), dall'altra il governo di Silvio Berlusconi. Al centro della questione il voto di fiducia del prossimo 14 dicembre nel quale il governo potrebbe prendere la sfiducia e cadere.
L'accordo era stato anticipato dalle parole distensive del presidente della Provincia di Bolzano che, domenica scorsa, aveva dichiarato di "cogliere segnali di disgelo con il governo", al quale aveva sollevato una serie di richieste. La prima contropartita all'astensione al voto di fiducia sarebbe la gestione totale del Parco dello Stelvio da parte delle Province autonome di Trento e Bolzano che, però, si assumeranno anche i relativi costi (40 milioni di euro circa all'anno).
Oggi è atteso, da parte del governo, il via libera all'operazione. Da una commissione di dodici membri si passerà a una di sette così composta:
- tre rappresentanti dei Comuni;
- il Ministero dell'Ambiente;
- Regione Lombardia
- le Province di Trento e Bolzano.
Però, si capisce bene come, grazie al fatto che la gestione passerà in mano a Trento e Bolzano, le decisioni, nonostante la presenza della commissione, passerà di fatto in mano alle due province. Un Parco a vocazione nazionale e internazionale passerà di fatto in mano ad una gestione locale.
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