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giovedì 16 dicembre 2010

LA STORIA DEL PRESEPIO

16 dicembre 2010 - Nelle Sacre Scritture i primi Evangelisti a narrare le vicende della Natività di Gesù e le vicende della Sacra Famiglia sono stati Luca e Matteo; nei loro brani c’è tutta la Sacra rappresentazione che a partire dal Medioevo prenderà il nome latino di PRAESEPIUM, che significa MANGIATOIA O RECINTO CHIUSO, quindi una chiara allusione al luogo dove venne alla luce Gesù... (Di Ivan Bormolini)

Si narra che la prima raffigurazione del presepe o presepio sia da attribuire a S. Francesco d’Assisi che nel 1233, di ritorno da un viaggio a Betlemme, decise di rappresentare in una grotta del monte Falterone il primo presepe vivente.
Tuttavia, la raffigurazione della Natività ha origini ben più remote; i primi cristiani, infatti, usavano dipingere o scolpire la scena della Natività nei loro luoghi d’incontro, quali per esempio le catacombe dove sono venute alla luce interessanti raffigurazioni della Sacra Famiglia.

Quando il Cristianesimo poté essere diffuso e liberamente professato, la scena della natività venne dipinta per arricchire le pareti delle prime chiese.
Già verso la fine del 1200 il presepe compare raffigurato con le statue, ma allora venivano realizzati presepi solo nelle chiese o nelle comunità religiose; non a caso alcune fonti affermano che il primo presepe scolpito di cui si ha notizia fu quello realizzato da Arnoldo di Cambio fra il 1290 e il 1292. Le statue rimanenti di quest’opera sono nel museo Liberiano di Santa Maria Maggiore a Roma.

Comunque, pare che per vederlo realizzato in molte case private si è dovuto attendere il 1700. Ovviamente all’interno del presepe le rappresentazioni scenografiche variano da paese a paese; in alcuni casi si raffigurano i luoghi più vicini al mondo in cui si vive, oppure nel realizzare questo simbolo del Natale, si raffigurano determinate situazioni avvenute durante l’anno. Sta di fatto che le così dette statuine rappresentano ovviamente la Sacra Famiglia con Maria che di solito ha un abito azzurro a rappresentare il cielo, Giuseppe con un vestito marrone a simboleggiare l’umiltà e il bambino deposto nella mangiatoia e avvolto in fasce.

presepe

Particolare menzione meritano gli angeli che furono i primi ad avvisare i pastori; questi ultimi, i rappresentanti del ceto sociale più povero, furono i primi a giungere alla mangiatoia di Betlemme per adorare Gesù e fare piccoli e umili doni.
Dopo i pastori giunsero i suonatori di zampogne e zufoli seguiti, nella rappresentazione della Natività, dagli artigiani.

Particolare note sono da attribuire al bue e all’asinello in quanto attorno a questi due animali emergono particolari interessanti: si dice in alcuni scritti che l’asinello fu quello che accompagnò Maria e Giuseppe nel loro viaggio fatto in occasione del grande censimento.
A proposito del bue, prendendo a riferimento alcune tesi, si narra che con i suoi muggiti richiamò Giuseppe e la partoriente Maria verso quell’umile dimora.
Sta di fatto che molto di quanto scritto su questi due elementi immancabili nella rappresentazione,deriva dai Vangeli apocrifi come quello di Giacomo e sono presenti pure citazioni in un’antica profezia di Isaia.

Certamente non possiamo non ricordare i tre Re Magi, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, che giungono davanti al bambino Gesù nella ricorrenza dell’Epifania. Si dice che Melchiorre sia stato il più vecchio, portava l’incenso e arrivava dall’Asia; Gasparre era invece il più giovane e nel suo viaggio dall’Europa portava l’oro; poco si dice su Baldassarre se non che giungeva dall’Africa con la mirra.
Alcune tesi affermano che i tre rappresentavano i tre continenti allora conosciuti, ma altri studi porterebbero a dire che i tre erano un persiano, un etiope e un arabo meridionale.

Ivan Bormolini

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