Con ogni probabilità, la piazza e i suoi dintorni furono, dopo la contrada Dosso, uno dei primi luoghi abitati di Tirano; infatti, come risulta da numerosi scritti, il Dosso costituì il primitivo nucleo residenziale che sorgeva attorno al castello e venne denominato “Vicus Superior” (Vico di Sopra).
Appena sotto, tra alcune delle vie storiche di Tirano, sorgeva appunto il “Vicus Inferior” (Vico di Sotto), ed è proprio in quella zona, a sud-ovest di piazza Parravicini, che sorgeva la contrada Vico da “vicius” (villaggio).
Oggi, ripensando a quelle case e corti che sorgono tra via L. Il Moro e la piazza Parravicini, alcune delle quali in cattivo stato di conservazione, è persin troppo facile ricostruire la vita dei nostri antichi concittadini, quegli avi legati alla civiltà contadina di cui oggi in molti casi ne rimane solo l’indelebile ricordo.
La piazza Parravicini è uno dei luoghi storicamente più belli della città antica; domina sulla piazza il palazzo Parravicini, un tempo dimora signorile, ma che purtroppo oggi non conserva integre le bellezze che dovevano esserci al suo interno a differenza di altre dimore signorili tiranesi.
Il palazzo, appartenne ad una delle famiglie aristocratiche e facoltose che ebbero i maggiori fasti tra la fine del Seicento e il Settecento. Nel 1699 e successivamente nel 1705, sarà Romerio (figlio di Giovan Pietro e Angelica Homedei) ad acquistare delle costruzioni vicine al primo nucleo dell’originale palazzo per ingrandirlo uniformandone la facciata fedelmente allo stile originale rinascimentale della struttura già esistente.
Di questa grande famiglia oltre al ricco e facoltoso Romerio Parravicini, noto anche per aver elargito prestiti senza alcun interesse ai deputati del Santuario, ricordiamo Gian Simone, che fù Podestà di Tirano, e Giamaria Rodolfo, che nel 1745 fu protagonista di un mancato matrimonio con la nobildonna Costanza Negri di Grosio (che giunse poi all’altare per sposare Luigi Maria Quadrio Brunaschi di Ponte).
Purtroppo, con il tempo la dimora, un tempo la più grandiosa di Tirano assieme a palazzo Salis, e dove si tennero anche le riunioni del Comune, finì smembrandosi tra più famiglie a seguito di vicende legate all'eredità.
Nella Piazza Parravicini potevano convivere nobili e aristocratici signori con abitazioni contadine: il lato opposto al palazzo Parravicini, infatti, ci mostra storici nuclei abitati contadini che oggi in parte sono stati ristrutturati, ma che conservano ancora quell’originalità che contraddistingueva le case contadine di quelle epoche passate.
Da ammirare è poi la bella fontana, che sembra quasi dipinta nella cinta muraria; di forma ottagonale e realizzata con pannelli di pietra verde, la fontana rimane ancor oggi una delle più suggestive di Tirano per la sua monumentale bellezza.
Di storia ci parla pure la bella chiesetta a forma ottagonale della Madonna Adolorata (simile a quella di San Rocco). Un tempo era un antico oratorio dedicato alla Vergine Maria; nel 1664 venne restaurata divenendo la cappella di Palazzo Parravicini e, dopo la morte di Teresa Parravicini, coniugata Merizzi, la chiesetta passò, nel 1898, alla famiglia Merizzi che ne mantiene ancora oggi la proprietà. Oggi la chiesetta dedicata al dolore di Maria (Mariano Spasmo) costituisce uno degli angoli suggestivi della piazza; pochi anni fa è stata al centro di un bel restauro mirato a conservarne la storia e la bellezza.
Dalla piazza Parravicini si ha accesso al cuore dell’allora contrada Vico e si entra in via Ludovico il Moro; anche in quei luoghi si ha molto da scoprire riguardo alla storia della nostra Tirano e dei personaggi a cui sono state titolate alcune vie.
Ivan Bormolini
Documentazione per noi e per i posteri.
....Regòrdi ‘n piàza Paravizìna
quàndu u brancàa ‘n gran pesciadùn
dal Pìstul parchè gh’éri
tiràa sü ‘l burùn al büi,
po l’éri piacàa int ‘n curt
e iscì l’è restàa a sèch àa li vàchi......
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