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giovedì 27 gennaio 2011

LE MEMORIE DI FAUSTO SIDOLI: "SCAMPATO PERICOLO"

[UNDICESIMA PARTE] Ripigliamo il mare con molta apprensione perché l'attraversamento del golfo di Guascogna diventa sempre più difficoltoso per la presenza sempre più massiccia di grossi aerei da combattimento inglesi che hanno già provocato l'affondamento di alcuni battelli sia tedeschi che italiani. Di notte in superficie, con occhi e orecchie ben aperti e di giorno sotto...

E' la mia terza missione in oceano. E' stato imbarcato un giovane aspirante del Genio Navale e così sono salito di grado e d'importanza perché non sono più l'ultimo nel posto a tavola e per finire ho anch'io un sottoposto!
In mare il comandante ci rende edotti di dove andiamo: a ponente di Gibilterra sulla presunta rotta che i convogli anglo americani percorrono, provenienti dall'Africa verso l'Inghilterra.

Dopo quattro o cinque giorni siamo nella zona assegnataci e comincia il noiosissimo pendolamento in attesa degli avvenimenti. Guardia riposo, guardia riposo, giorno e notte si susseguono. Spesso abbiamo allarme aereo per cui le rapide immersioni sono all'ordine del giorno. Tutto procede regolarmente, non abbiamo inconvenienti, non abbiamo avvistamenti navali, cominciamo a sentire la carenza di verdure fresche nell'alimentazione.

Siamo in un periodo di giornate molto lunghe, estate del '41, e siccome siamo molto vicini a Gibilterra, più precisamente a sud ovest, le ore d'immersione giornaliere diventano sull'ordine di 17-18. Difatti si veniva in superficie verso le ventitré e ci si riimmergeva verso le quattro cinque del mattino. Cosicché alla fine del tempo d'immersione siamo tutti afflitti da mal di testa dovuta alla mancanza di ossigeno e all'eccesso di anidride carbonica, per non parlare di tutti i vari odori che si sono accumulati, derivanti dai vari macchinari e da 55 corpi sudati e puzzolenti. La barba si allunga, il tempo franco lo passo spesso in cuccetta o sentendo musica, dato che avevo con me il grammofono comprato a Parigi.

Una mattina dopo la rapida causata da un allarme aereo, il battello scende molto appruato come il solito per raggiungere i 60/70 metri di profondità, dato che l'acqua dell'oceano molto limpida consente agli aerei di vedere fino ad una profondità di 30/40 metri. Una volta raggiunta questa quota saremmo rimasti invisibili dal cielo.
A questa quota normalmente il battello viene messo dal timoniere di profondità in posizione orizzontale. Ci accorgiamo che per mantenerlo orizzontale i timoni di profondità di poppa sono messi molto a scendere. Il battello non rimane in quota ma continua a scendere.
Il manometro di profondità ci segnala già che siamo oltre i novanta metri e l'indice continua a indicarci la discesa.

Il manometro di profondità è così costituito: ha una forma circolare, tipo un grande orologio del diametro di circa 40/50 cm.; al posto delle ore sono segnati i metri di profondità sotto il pelo dell'acqua. La graduazione inizia in basso a sinistra e si sviluppa in senso orario di dieci in dieci metri fino a raggiungere verso le ore tre la quota di metri 100, che é la quota di collaudo, cioè il nostro normale limite. Poi la graduazione continua fino a raggiungere i 140-150m. L'indicazione di profondità é indicata da una lancetta ruotante collegata con l'esterno. Al centro sovrapposta alla lancetta e con movimento autonomo c'é la sagoma del sommergibile legata all'inclinometro, che indica rispetto alla posizione orizzontale l'appruamento o l'appoppamento del sommergibile.

Ci accorgiamo che il sommergibile continua ad appopparsi. In quel momento, dall'interfonico di poppa il capo motorista con voce concitata segnala l'allagamento dei motori termici ed una forte entrata di acqua in sentina motori.
Il comandante ha doppia preoccupazione: l'aereo sopra di noi ed il battello che imbarca acqua.
Bisogna poter equilibrare le due esigenze, non venire subito in superficie per non essere sotto attacco aereo in fase di emersione e di far si che il sommergibile non vada a fondo.
In immersione normale i motori elettrici sono avanti adagio ed in questo caso il primo ordine del comandante é avanti tutta e timoni di poppa in basso e timoni di prora in alto. In questo caso il sommergibile ha i timoni che funzionano da ali nell'acqua per sostenerlo.
Nel frattempo pompa di esaurimento sentine in funzione e casse di esaurimento: per rendere il sommergibile più leggero.

Ma l'indice supera i 100 metri e continua lentamente e ruotare verso il basso. Centodieci... centoventi...Siamo tutti abbrancati alle varie manovre e tutti i reparti seguono con il fiato sospeso. Intanto sono passati circa quattro-cinque minuti dall'immersione. Il comandante giudica che l'aereo avvistato sia ormai oltre l'orizzonte e che possiamo effettuare l'emersione. Di concerto con il direttore di macchina ritiene di poter cominciare l'esaurimento dei doppi fondi in modo non eccessivo per non provocare il possibile rovesciamento del sommergibile.
Parte quindi l'ordine: . In tutti i reparti sentiamo il sibilo dell'aria compressa che entra nelle casse zavorra per espellere l'acqua di mare.

L'indice, però, dopo l’operazione, continua a scendere e siamo a centotrenta-centoquaranta metri di profondità. La lancetta di profondità continua a ruotare e superata la soglia dei 140 metri, si appoggia al fermo dei 150 m di fine scala. Il sibilo dell'aria compressa continua e viene inviata anche alle casse 5 e 6. Siamo tutti con il fiato sospeso, con i nervi tesi, le mani aggrappate alle varie manovre.
Il comandante picchietta con l'indice della mano sul quadrante della profondità cercando di vedere un movimento della lancetta verso l'alto. Da camera motori il capo motorista segnala sempre l'aumento dell'acqua in sentina. Siamo tutti tesi come corde di violino, non si sente una voce, non un movimento, stiamo andando verso il fondo che é sotto di noi a 2800m. Quando sentiremo lo scafo cedere sotto l'enorme pressione dell'acqua che ci sovrasta?
Il comandante continua a picchiettare sul vetro del manometro di profondità.

E ... finalmente un piccolo movimento della lancetta segnala che si sta staccando dall'indice di arresto, il sommergibile sta risalendo. Le quote di profondità ripassano dal 140, poi 130 e via via la quota va diminuendo. Viene alzato il periscopio di esplorazione ed un'occhiata all'esterno segnala il tutto libero ed il dolce dondolio delle onde ci trasmette che il sommergibile é sulla superficie. La guardia è pronta per l'uscita in torretta ed aprendo il portello della plancia il sommergibile si apre all'aria dell'oceano ed assieme a lui si uniscono i nostri profondi respiri di scampato pericolo.

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