Quando comprate e vendete azioni o altri valori mobiliari generate degli utili (plusvalenze) o delle perdite (minusvalenze), in funzione della differenza tra prezzo di vendita e prezzo di acquisto. Sulle plusvalenze grava l'imposta sostitutiva del 12.5%, introdotta col Decreto Legge 461/97, entrato in vigore il 01/07/98 (a meno che, caso inusuale, abbiate deciso di non farne uso e decidiate di portare le plusvalenze in dichiarazione dei redditi). Come sempre, i guadagni vengono tassati subito mentre le perdite generano un credito d’imposta. In pratica, se guadagnate 100€ 12.5€ vi vengono prelevati direttamente dall’intermediario per pagare l’imposta, mentre se perdete 100€ avete diritto ad un credito d’imposta di 12.5€.
La normativa vigente prevede che le minusvalenze possano essere compensate nell'anno in cui si realizzano e nei 4 anni successivi. Questo meccanismo consente, per esempio, di poter recuperare le perdite realizzate nel 2006 fino al 31/12/2011, superata tale data si perde la possibilità di utilizzare questo credito d'imposta. E' possibile compensare le minusvalenze generate sul mercato azionario, obbligazionario, dei derivati e le minusvalenze derivanti dal rimborso di Sicav. Non è possibile compensare minusvalenze con plusvalenze derivanti dalla vendita di Sicav. Sono, invece, escluse dal calcolo dello Zainetto Fiscale tutte le operazioni derivanti da sottoscrizione e rimborso di Fondi Comuni d'Investimento (SGR).
La somma delle minusvalenze ancora utilizzabili fa capo al singolo soggetto fiscale. In caso di conto intestato a più soggetti i risultati delle operazioni sono suddivisi equamente fra gli intestatari del conto corrente. Quando cambiate banca dovete farvi consegnare la dichiarazione delle minusvalenze pregresse e dovete consegnarla alla nuova banca, altrimenti perdete il credito d’imposta maturato.
Se durante la crisi avete realizzato molte perdite (ovvero avete venduto i titoli in perdita) ed ora avete titoli in plusvalenza non aspettate che le minusvalenze “scadano”. Vi conviene vendere e ricomprare il titolo prima che il credito d’imposta vada perduto. Questo ovviamente se i costi di transazione sono minori del credito d’imposta recuperato.
Facciamo un esempio. Nel 2004 avete comprato 1,000 azioni di un titolo a 10€ e nel 2006 le avete rivendute a 5€ realizzando una minusvalenza di 5,000€. Questo vi da diritto ad un credito d’imposta di 625€. Nel 2009 avete comprato altre azioni che ora sono in plusvalenza di 5,000€. Se le vendete entro la fine dell’anno incassate tutti i 5,000€ di plusvalenza. Se le tenete perdete il credito d’imposta e quando realizzerete la plusvalenza incassate solo 4,275€!
Attenzione quindi, la crisi ha toccato il suo apice nel 2008 quindi probabilmente avete ancora tempo per recuperare i crediti d’imposta (fino al 2013) ma una verifica non fa mai male!
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