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domenica 6 marzo 2011

RIFLESSIONE SUI COSTUMI DELLA NOSTRA SOCIETA'

6 marzo 2011 - Con il contributo dell'Assessore alla Cultura di Tirano Bruno Ciapponi Landi, portiamo all'attenzione dei lettori un episodio, che non vuole essere una denuncia, ma uno spunto di riflessione intorno ai costumi della nostra società. Cosa ne pensate di quanto successo?


Intervenendo
questa sera (l'altro ieri, Ndr) all’inaugurazione della mostra “Donne e colori” organizzata da anni da un gruppo di pittrici, scultrici, ceramiste e ricamatrici tiranesi in occasione della Festa della donna, ho ritenuto di sottolineare che l’iniziativa era diventata la manifestazione per così dire ufficiale (si svolge infatti sotto l’egida della Pro Loco nella sala mostre del Comune, con la collaborazione dell’Assessorato ai servizi sociali e di quello alla cultura di cui sono titolare). Ho detto che trovavo significativo per la città che, mentre altrove qualche gruppo di donne organizza per l’occasione spogliarelli maschili, a Tirano la scelta di festeggiare la giornata della donna era stata di ambito artistico.

Una signora (con qualche anno meno di me, ma della mia generazione) ha reagito contrariata. Ero certo che avesse frainteso e quindi ho ribadito la mia stima per le organizzatrici e per la loro scelta, ma la signora continuava ad essere contrariata. E così anche nel chiarimento che ho tentato di fornirle a tu per tu. Ma non era lei che aveva frainteso, ero io. La sua reazione era infatti a favore del diritto delle donne di organizzare spogliarelli maschili, iniziativa sulla quale, a suo dire, non avrei avuto alcun diritto di manifestare il mio pensiero e mai e poi mai di utilizzare il paragone per manifestare la mia preferenza per la mostra. Ho cercato di dirle che non contestavo la scelta dello spogliarello, ma solo apprezzavo di più la scelta della mostra e difendevo il mio diritto di pensiero e di giudizio, ma non c’è stato verso.

E’ finita che l’indomita signora, inviperita per quel mio paragone, assolutamente incapace di riconoscermi il diritto a manifestare il mio pensiero, ha fatto ricorso ad una risorsa verbale oggi in uso corrente fra giovani che ci affanniamo a definire maleducati e alla presenza di sua sorella, di un giornalista e della sua compagnaha esclamato al mio indirizzo (devo dire con un certo garbo) un caloroso “ma vaffanculo”. Non lo farò, ma fra tutte le affermazioni sentite da lei questa sera, questa era la più sincera e chiarificatrice del senso che la festa della donna può avere per qualcuno.

Bruno Ciapponi Landi

Storia

vaffanculo

Inviato da mauro cusini il 09:58
Do' pienamente ragione alla signora,non tanto per l'epiteto ,in quanto al suo diritto di organizzare spogliarelli.dice bene:"avuto alcun diritto di manifestare il mio pensiero e mai e poi mai di utilizzare il paragone per manifestare la mia preferenza per la mostra".

vaffanculo

Inviato da Utente anonimo il 11:09
Premesso che la signora ha il diritto (come tutti) di esprimere il proprio parere ed anche in modo risentito, con il suo epiteto, anche se ormai largamente inflazionato, dimostra solo di essere maleducata e a corto di argomenti!

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