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giovedì 9 giugno 2011

LE MEMORIE DI FAUSTO SIDOLI: "MI INVIANO A CASA PER DUE MESI DI CONVALESCENZA"

[PARTE 30] Ormai comincio ad alzarmi ed al quarto o quinto giorno vengo avvisato che due persone desiderano vedermi...

Mi chiedono se mi sento di scendere in parlatorio: non esito e arrancando scendo. Mi trovo di fronte la mamma ed Annamaria, che sono venute a trovarmi!!! Le abbraccio e le sgrido. La mamma ha quasi 60 anni e con mia sorella si è imbarcata in un viaggio in treno da Tirano a Sondrio, poi da Sondrio a Milano, da Milano a Genova e poi sul Genova-Roma che con i tempi che corrono di attacchi ai treni, di bombardamenti, di viaggi in vagone bestiame è stata veramente una pazzia. Le abbraccio, le coccolo e le rispedisco immediatamente a casa. Sono rinfrancate dall'avermi visto ed io medito su quanto può essere grande e senza freni l'amore materno. Fortunatamente dopo due giorni ricevo un telegramma che mi avvisa dell'avvenuto rientro a Tirano senza incidenti.

Nelle giornate trascorse a letto in ospedale, spesso con la mente andavo indietro nel tempo al ricordo di quanti amici di corso si erano persi nel fondo del mare.
All’inizio del conflitto i sommergibili erano circa 115; ora di quelli ne rimanevano poco più di una ventina e degli altri quasi tutti si erano persi con tutto l'equipaggio a bordo. I loro scafi erano in fondo ai più svariati mari del mondo, dal Mediterraneo, all'Oceano Atlantico fino al lontano Oceano Pacifico. Quasi quasi mi vergognavo di aver avuto tanta fortuna e di essere ancora in vita.

Ho ritrovato un'autorizzazione in data 14.06.43, relativa all'affondamento redatta su carta intestata della Regia Marina Unità Della Squadra Sommergibili:
"Si autorizza il STGN c. (Sotto Tenente Genio Navale di complemento) Fausto Sidoli all'acquisto di un berretto bianco completo di fregio, gallone e foderina, perso durante l'affondamento dell'unità. Firmato per il Tenente di Vascello Comandante Augusto Marracini, il STGN c capo servizio GN Fausto Sidoli"
Berretto che non ho più potuto prendere scavalcato dagli avvenimenti.

Dopo una dozzina di giorni, verso la fine di giugno, tutte le mie ferite sono rimarginate e mi inviano a casa per due mesi di convalescenza. Prese le mie poche cose un bel mattino, con la mia licenza in tasca prendo il treno e dopo una giornata di viaggio arrivo a Tirano. Sto discretamente bene, ma dopo tre o quattro giorni comincio ad avere mal di denti, è un dolore suffuso su tutte le gengive, e poi compaiono piccoli puntini bianchi. Il medico interpellato per prima cosa sospetta una infezione data dal latte, l'afta. Si sono verificati alcuni casi di malattia alle mucche di Afta Epizootica e ritiene che dipenda da questo. Quindi niente latte e medicine adeguate. Ma invece di cessare il dolore aumenta e i puntini bianchi crescono. Finalmente si giunge alla determinazione della diagnosi esatta: è scorbuto, ossia mancanza di vitamina C. Da molto tempo, prima in missioni in mare, poi in ospedale ero senza viveri freschi e la mancanza della vitamina C ha fatto il suo percorso. Per fortuna trovo alcuni limoni, trovo latte fresco e nel giro di una quindicina di giorni i disturbi cessano, ma ormai i miei denti sono tutti ballerini, e dovrò sempre stare attento a non farmi mancare la vitamina C.

Passiamo i giorni a Bormio in casa nostra, ritrovo le care amicizie di un tempo e mi vado rimettendo. Nel frattempo mi giunge comunicazione dal Ministero della Marina che la mia nuova destinazione è di Caposquadriglia di un gruppo di 4 CB di stanza a Pola. I CB sono sommergibili di piccolo tonnellaggio, sulla quarantina di tonnellate ed un equipaggio da tre a cinque uomini.
Destinazione che a causa degli avvenimenti successivi non raggiungerò mai. Dopo un paio di mesi devo andare a Massa per la visita di controllo. Mi ci reco e mi rimandano a casa per ulteriore licenza. Mi dovrò ripresentare all'ospedale di Massa il giorno 7 settembre 1943, e puntualmente il 7 settembre 1943 sono all'ospedale di Massa marittima.
E 'sera e vengo sistemato in una camerata assieme ad altri ex degenti in attesa che domani vengano effettuati i prelievi per l'inizio della visita di controllo.
Dopo una notte tranquilla il mattino comincia a circolare la voce di importanti avvenimenti militari.
Finalmente, mentre avvengono le procedure mediche si viene a sapere che è stato firmato l'armistizio 8 settembre 1943, ma il proclama del Maresciallo Badoglio, oltre agli avvenimenti di armistizio, si chiude anche con una frase sibillina: .

A cura di Ezio Maifrè

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