Tutelare i 50 mila lavoratori frontalieri e ristabilire relazioni amichevoli con la Svizzera, con una convinzione: soltanto Umberto Bossi potrà riportare il collega ministro Giulio Tremonti al tavolo delle trattative per chiudere definitivamente la questione che si era aperta con l’inserimento della Confederazione nella black list. Questo l’esito dell’incontro che si è svolto ieri, nella sede della Provincia di Varese, tra lo stato maggiore della Lega Nord e il consigliere di stato ticinese Norman Gobbi.
All’indomani del blocco di una parte dei ristorni dei frontalieri ai Comuni italiani, la Lega Nord, da sempre impegnata per i lavoratori frontalieri, consapevole delle difficoltà del momento, aveva promesso un immediato interessamento che si è concretizzato nell’incontro di ieri al quale erano presenti Bossi, Roberto Maroni, Giancarlo Giorgetti, i parlamentari Jonny Crosio per Sondrio e Nicola Molteni per Como, i presidenti delle Province di Varese, Dario Galli, e di Como, Leonardo Carioni. “I rapporti con la Svizzera devono essere ricuciti – sottolinea Crosio –, ce lo chiede la nostra gente e ce lo chiede la storia, perché è così da sempre. In pochi mesi sono stati dimenticati secoli di convivenza pacifica, le comuni radici storiche, gli accordi e i progetti condivisi”.
La delegazione leghista, a partire dal segretario federale Bossi, ha posto l’accento sull’illegittimità di una decisione che si ripercuote sui Comuni e, indirettamente, sui frontalieri, privandoli di fondi stabiliti da accordi internazionali. Il nodo centrale è rappresentato dalla black list contro cui la Svizzera combatte: la Lega, soltanto poche settimane orsono, con una mozione firmata anche da Crosio, aveva chiesto e ottenuto dal Governo, l’impegno ad escludere la Confederazione dall’elenco. Il parlamentare valtellinese riferisce del colloquio telefonico che Bossi ha avuto con Tremonti durante l’incontro di Varese, a testimonianza della volontà di risolvere la questione. “Dopo questa runione siamo più ottimisti riguardo all’invidivuazione di una soluzione che ripristini rapporti che si sono sempre mantenuti collaborativi e calorosi – conclude Crosio –. Il bilancio dell’incontro di ieri è senza dubbio positivo: tracciata un’ipotesi di soluzione bisognerà ora passare all’azione. Lo stesso consigliere ticinese Gobbi ha ribadito l’importanza delle relazioni tra il suo cantone e le regioni padane dalle quali provengono 50 mila frontalieri”
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