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giovedì 15 settembre 2011

CROCIFISSO IN LEGNO FUORI LE MURA E SANTELLA DELLA MADONNA DEL ROSARIO

Procedendo verso Tirano dopo aver lasciato a destra il foro boario ed un antico albero di gelsi, una volta molto diffusi per l’allevamento del baco da seta, si avanza in via porta Milanese, poco prima dell’ingresso alla città murata di Tirano si trova sulla sinistra un crocifisso di legno, riparato in un tabernacolo a losanga e protetto da una grata di ferro... (Di Michele Falciani)

Il Crocifisso probabilmente del XIX secolo, finemente scolpito e ben proporzionato, è senza dubbio opera di un valente artigiano a noi ignoto. A volte erano contadini che sugli alpeggi passavano il tempo ad intagliare crocefissi in legno. Con molta probabilità era dipinto. Adottato dalla famiglia Scaramuzzi, era stato già restaurato nel secolo scorso, ma avrebbe bisogno di essere impregnato e incerato. Oggi il tutto si offre agli occhi decorosamente incorniciato da un rosaio e da un vaso di fiori. Tanti anni fa addossata al muretto di cemento vi era una fontana eliminata per rendere la circolazione delle auto più agevole e di cui rimangono antiestetiche staffe e tubi tagliati. Il crocifisso oltre a delimitare il territorio appena fuori le mura si colloca in un bivio e donava un momento di riposo per bere un sorso d’acqua e di riflessione.

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Particolare

La santella della Madonna del Rosario

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Oltrepassata la Porta Milanese fatta costruire con le mura da Ludovico il Moro negli anni 1497/99, appare nella sua bellezza cromatica un’antichissima santella settecentesca (1750/1800), già restaurata da Paola Centurini di Milano negli anni 1995/96 per conto del Comune di Tirano e sotto la mia direzione.

La costruzione dall’originale tipologia è a base trapezoidale, con tettuccio di legno e piode e colmo in coppi, in buone condizioni,ingentilita da lesene, sfondati e cornicione. Un più recente intervento per l’eliminazione dell’umidità di risalita, che è sempre stato il problema maggiore e dal consolidamento della superficie pittorica è stato eseguito dal restauratore Giorgio Baruta che ha anche ripristinato gli intonaci in basso. Il restauro è avvenuto nel 2009 a cura del Kiwanis Club Città di Tirano con il sostegno della parrocchia e degli abitanti della contrada. Presenta quattro facciate con tre nicchie arcuate e decorate, e una parete posteriore grezza, ma intonacata, verso il giardino, con albero di fichi, di una casa rurale di notevole valore ambientale, attualmente interessata da un attento e lodevole recupero. In alto si legge la scritta: “Salve Regina” in bianco su fondo azzurro di sapore liberty incorniciata da motivi baroccheggianti in ocra e marrone su fondo rosso ossido. Gli squarci e la parte alta delle lesene angolari sono ricoperti da decorazione policroma a finto marmo (come nelle colonne delle parrocchiale).

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Nella nicchia centrale più profonda, protetta da un antico cancelletto in ferro battuto, modificato agli inizi del secolo, troviamo dipinta la Madonna del Rosario, in piedi e nella mano destra il rosario terminante con una medaglia dorata (già presente in un dipinto del 1740 a Enna) simbolo della via dell’amore, al posto del crocefisso. Il rosario si diffuse alla fine del settecento ad opera dei domenicani, già presenti a Tirano. La Madonna vestita di rosa con manto blu cobalto e velo verde, ha in braccio Gesù cinto dal rosario con medaglia di diversa foggia e coperto da un panneggio bianco. Le due figure hanno come sfondo un cielo azzurro chiaro in alto e rosa in basso con stelle intorno al capo della Vergine e la stella del mattino alla sua destra.

Nel cielino della volta una grande stella illumina i personaggi con i suoi raggi e la sua luce divina bianca e gialla.

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Negli squarci laterali, incorniciati vi sono due affreschi, meglio conservati, di Santi: a sinistra Sant'Antonio da Padova con il saio e Gesù Bambino che reca in mano il giglio, attributo del Santo. Lo sfondo è a colori caldi per valorizzare e far risaltare il marrone del saio. Delicati e di ottima fattura i lineamenti dettagliati del volto che volge lo sguardo al Bambino, una mano sul cuore e l’altra sembra sorreggere Gesù.

A destra è dipinto San Vincenzo Ferreri con la fiammella dello Spirito Santo sul capo, domenicano con abito bianco e nero, nella mano destra il tomo e la sinistra alzata a proteggere la caduta di un manovale da un’impalcatura. Il Santo divenne poi, protettore dei muratori.

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L’iconografia conferma le esecuzioni alla fine del settecento in concomitanza della realizzazione degli altari della parrocchiale di San Martino. Tutti i personaggi bene composti sulle superfici, sono vitali e dinamici, bene proporzionati e curati nei dettagli. I volumi e i chiaroscuri son ben resi.

Un piccolo altarino di legno con tovaglia bianca, un crocifisso e due candelabri in bronzo, fiori recisi e piante fiorite la completano. Ogni santella di contrada era affidata a una famiglia che la teneva in ordine, e l’addobbava nei giorni di festa. Alle spese di manutenzione provvedevano tutti i contradaioli. Un lume ad olio la illuminava nelle ore notturne. Un pavimento in acciottolato presentava un motivo con pietre bianche al centro, ormai perso, un cordolo in pietra la separa dalla strada in porfido.

Nella nicchia esterna di destra, in direzione del centro storico di Tirano, Via Porta Milanese si trova un affresco molto rovinato e malamente rifatto nella parte alta, rappresentante San Martino su un cavallo bianco, con elmo e corazza e una grande spada che divide il mantello rosso porpora con il povero. Il viandante spesso analfabeta, era abituato a leggere i simboli visivi dei Santi, sapeva così che la via a destra lo avrebbe condotto alla Parrocchiale di San Martino.

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Nella nicchia di sinistra campeggia su uno sfondo azzurro San Michele (giustiziere). Anche se molto rovinato è ancora possibile leggere quasi tutta la maestosità dell’Arcangelo con elmo piumato, due grandi ali e la corazza. La parte bassa è quasi inesistente.

Ha la spada di fuoco nella mano destra e la bilancia nella mano sinistra, a indicare che l'attraversamento di via Pergola - piazza Parravicini, conduceva alla Pretura, presso porta Poschiavina, dove si amministrava la giustizia, e proseguendo si raggiungeva la Basilica della Madonna di Tirano, dopo aver attraversato il ponte e la contrada San Giacomo, fuori le mura.

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La struttura esterna: lesene e specchi sopra le arcate e cornicione furono decorate nella seconda metà del 1900 con imitazione di marmi a colore giallo ocra e rossi e verso la grondaia un ricco cornicione con foglie d'acanto azzurre (motivo già presente a Tirano nella corte del palazzo Merizzi). Una campanella di bronzo, sul lato sinistro, richiamava alla preghiera nel mese di maggio o per ascoltare la messa in particolari occasioni.

Michele Falciani

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Foto prima degli ultimi restauri.

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