28 ottobre 2011 - “L’unico maestro” - Mt 23,1-12 - XXXI Domenica del Tempo Ordinario. (Di Don Roberto Seregni)
In quel tempo Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: "Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d'onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati "rabbì" dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate "padre" nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare "guide", perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato.
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In tutto il Vangelo di Matteo non si trovano parole più dure e taglienti di queste.
Siamo ai ferri corti. Gesù vuole smascherare definitivamente l’incoerenza e i fragili desideri di potenza e di apparenza degli scribi e dei farisei.
Penso sia importante sottolineare che noi leggiamo queste pagine del Vangelo non per ricordarci di quanto erano brutti e cattivi i poveri farisei, ma per smascherare il piccolo fariseo che c’è in me. La liturgia della Parola non ci propone un testo di archeologia religiosa, ma ci spinge a stanare le piccolezze religiose che abitano in me e nella mia comunità.
Pronti?
Chiediamo allo Spirito il dono dell’umiltà e della sincerità.
Sono sostanzialmente due i rimproveri che Gesù muove verso gli scribi e i farisei: l’incoerenza (vv. 2-4) e il desiderio di apparire (vv. 5-7).
La prima frecciata di Gesù vuole smascherare un doppio sistema di misura: esigenti con gli altri, indulgenti con se stessi. Doppiezza e incoerenza trasgrediscono il dovere della testimonianza, sono una grossa menzogna verso se stessi e verso Dio.
Il secondo rimprovero vuole invece smascherare la ricerca di sé stessi che sta all’origine delle pratiche finto-religiose degli scribi e dei farisei. Gesù colpisce duro: “Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente” (v.5). Scribi e farisei sono malati di vanità e fanno della religione il loro palcoscenico. Ogni occasione è buona per mettere in mostra la loro presunta religiosità: i posti d’onore nei banchetti, i primi posti nella sinagoga, gli ossequi della gente nelle piazze.
Gesù ridicolizza anche l’esasperata attenzione ai filatteri e alle frange, segni esteriori che dovrebbero richiamare l’osservanza della legge, ma che per loro sono solo occasione per mettersi in mostra e per attirare l’attenzione.
Scribi e farisei vogliono attirare l’attenzione su sé stessi, si fanno chiamare “rabbì” dalla gente, ma sono falsi maestri, incoerenti e vanitosi, usano la religione per affermare e mantenere il loro potere.
Mi viene spontaneo pensare quanti presunti maestri di vita, ancora oggi, vogliono imporsi sulle nostre esistenze. E noi, fragili e indifesi, ci lasciamo portare alla deriva. Non penso solo ai falsi guru della televisione, che promettono amore, successo e felicità da pagare in comode rate mensili, ma anche a molti altri ingannevoli maestri: l’opinione comune, il vincente del momento…
Gesù fa una proposta chiara ai suoi discepoli: scegliere Lui come unico Maestro e unica guida che conduce all’incontro con l’unico Padre che è nei cieli.
C’è una signoria da affermare nella nostra vita, un primato assoluto che si deve declinare in tutte le nostre scelte. Nelle parole di Gesù c’è una certezza che si fa largo: scegliere Lui, e solo Lui, perché questa presenza riempie la vita, colma ogni desiderio e ci lancia verso la felicità. Quella vera.
Coraggio, cari amici! Abbandoniamo i terreni scivolosi e sterili dei falsi maestri e lasciamo conquistare il cuore da Cristo! Scopriremo che con Lui la nostra vita può cambiare e che il Vangelo è un annuncio di gioia.
Buona settimana
don Robi
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