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venerdì 25 novembre 2011

LETTERA APERTA: UNA IDEA DI AUTONOMIA

24 novembre 2011 - Salve, propongo alla discussione dei cittadini della provincia di Sondrio alcuni spunti di discussione sulle tematiche dell'autonomia...

In queste righe di fantasia immagino che stia per costituirsi, in provincia di Sondrio, un movimento, trasversale rispetto alla società civile e autonomo dagli odierni schieramenti partitici. Il nascente movimento si sta interrogando intorno ai propri obiettivi e alla propria identità, cercando nello stesso tempo di informare e stimolare un dibattito costruttivo nelle comunità territoriali.

UNA IDEA DI AUTONOMIA (Libero adattamento alla realta’ della provincia di sondrio delle idee del movimento autonomista della provincia di Belluno - Fonte : www.bellunoautonoma.dolomitiregione.it)

  1. Non dovrà essere un movimento reazionario, nostalgico, che vorrebbe ritornare al passato. Non amiamo le piccole patrie, le ideologie del piccolo villaggio autonomo ed isolato dal mondo che spaventa. Non vogliamo riconoscerci nel folklore locale o perché indossa costumi o parla un dialetto, non ci sentiamo speciali e superiori agli altri cittadini di altri paesi e nazioni. Siamo, invece radicati e affezionati alla nostra storia, non ci vergognamo di quel che siamo. Il movimento sarà aperto al mondo, accetterà le sfide del presente, sa che l’identità è un elemento che si costruisce e trasforma giorno dopo giorno operando insieme agli altri.
  2. Non dovrà essere un movimento secessionista. Il secessionismo rivendica un’autonomia totale e un ordinamento indipendente. Quello di cui ha bisogno la Provincia è di rimanere inserita saldamente nell’ordinamento dello stato Italiano e in un ordinamento regionale attento alle dinamiche evolutive montane.
  3. L’autonomia non sarà la soluzione di tutti i problemi, non ci renderà migliori di quel che siamo. Sarà solo uno strumento politico-amministrativo che ci permetterà di intervenire sulle dinamiche evolutive delle nostre comunità. Potere che ora riteniamo di avere solo in modo parziale ed insufficiente.
  4. Non avremo bisogno dell’autonomia per proteggerci, per isolarci, ma per vivere, per innovare, per investire, per creare un futuro alle nostre comunità. Sappiamo bene che gli immigrati ci sono molto utili e non abbiamo nulla contro la loro presenza, non temiamo di perdere identità aprendoci al mondo: queste persone devono essere trattate come cittadini dotati di diritti e di doveri.
  5. Sappiamo di essere pochi e debolissimi per poter ottenere risultati importanti. Ma la risposta a queste giuste perplessità è: dobbiamo perdere l’identità e lasciarci morire per non disturbare e infastidire i politici locali, regionali e Statali?
  6. Vorremmo che i cittadini delle diverse comunità territoriali potessero ragionare e venire coinvolti da subito sui temi dell’autonomia e sul futuro della nostra Provincia. Per questo in futuro faremo sentire le nostre ragioni pur rispettando quelle altrui.
  7. Le diverse opinioni non ci spaventano. La pigrizia intellettuale intorno ai temi dell’autonomia induce molti a pensare che questo movimento possa essere o diventare una variante del secessionismo, dell’indipendentismo, della rabbia apolitica contro istituzioni e leggi. E se fosse diverso? Si potrà benissimo contrastare la nostra iniziativa, ma andremo valutati per quel che siamo e per quel che faremo.
  8. Nessuno può dire oggi se potrà nascere questo movimento, né come sarà domani la nostra Provincia. Da parte nostra non c’è alcuna presunzione. Sappiamo che le nostre proposte non saranno facilmente realizzabili, ciò nonostante proveremo a portarle avanti . Iniziamo a parlarne e a confrontarci. Pensiamo però che ogni giorno passato senza agire, nella rassegnazione e nell’ignavia sarà da considerare una sconfitta e un’umiliazione.

Lettera firmata

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