29 dicembre 2011 - “Come Maria” – Luca 2, 16-21. (Di don Roberto Seregni)
In quel tempo, i pastori andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
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Ho pensato spesso a Lei in queste ultime settimane. Dopo molte confessioni Natalizie non ho potuto fare altro che prendere tra le mani il rosario e chiedere a Maria di proteggere, accompagnare, rialzare e custodire alcuni fratelli e sorelle che hanno consegnato alle mie povere mani le loro fragilità e i loro desideri.
Sono felice che questo nuovo anno inizi nel Suo nome.
Mi affascina l’atteggiamento di Maria che Luca ci ricorda nel brano che la liturgia ci ha donato oggi. Dentro l’uragano di novità che è seguito all’incontro con Gabriele, Maria custodisce e medita ogni cosa nel suo cuore. Penso che questo sia preziosissimo anche per ciascuno di noi all’inizio di questo nuovo anno.
Incontri, scelte, avvenimenti, nuovi slanci o sedimentate immobilità, hanno segnato l’anno che si è appena concluso. La Parola ci ha accompagnato, guidato, rialzato e sostenuto. Lo Spirito di Dio ha lavorato in incognito nella nostra vita, donandoci ciò di cui – magari a nostra insaputa - avevamo bisogno.
Per molti di noi questo anno appena trascorso ha segnato scelte importanti.
Ripenso agli amici che hanno celebrato il sacramento del matrimonio, ai confratelli che hanno ricevuto il dono del diaconato o del presbiterato, agli amici che hanno iniziato un nuovo cammino affidandosi alle mani di Dio.
Ripenso a chi inizierà questo nuovo anno segnato dal tragico evento della morte, della separazione, del divorzio, della perdita del lavoro o dell’allontanamento dal ministero.
Come Maria anche noi dobbiamo custodire e meditare la nostra storia, scovare la presenza di Dio annodata ai fatti e agli eventi che hanno segnato - nella gioia o nella fatica - il tempo che ci è stato donato.
E’ la nostra quotidianità, la ferialità più ordinaria come quella di Maria a Nazareth, il luogo in cui possiamo fare esperienza di Dio.
Coraggio, cari amici! Ripartiamo da Dio, dalla Sua Parola, da un tempo di preghiera più costante e maturo. Impariamo a darci ordine, a volerci un po’ più bene, a fare gerarchie evangeliche di vita, a progettare la nostra storia mettendoci come fogli bianchi davanti all’estro imprevedibile di Dio.
Raccogliamo tutti i desideri e le paure che ci riempiono il cuore, lasciamoli nelle Sue mani.
Non c’è posto più sicuro.
Garantito.
Buon anno!
Don Robi
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