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lunedì 23 aprile 2012

NUOVA STRAGE DI API IN VALTELLINA

22 aprile 2012 - L'immagine della Valtellina agroalimentare ne esce ancora più offuscata. Potrebbe riscattarsi con una svolta coraggiosa: convertire a bio tutto o buona parte del comprensorio della mela. Dopotutto molto più piccolo e meno invasivo di Melinda. (Di Michele Corti)

La nuova strage primaverile di api nei meleti intensivi delle Alpi sempre la compromissione sempre più grave dell'immagine di un'agricoltura di montagna "pulita" che, invece, è tossicodipendende (dai pesticidi). Un ulteriore colpo, in particolare per la Valtellina, che sconta un'immagine agroalimentare già molto appannata (dalla bresaola di zebù congelato, dal violino di capra spagnola - anch'essa congelata - dai finti pizzoccheri al grano duro canadese, dai formaggi 'omologati' e oggetto di 'globalizzazione regionale', dai funghi e dalle confetture rigorosamente 'global' che di valtellinese hanno solo la sede). Come venirne fuori? Con un po' di coraggio. Dando spazio alle esperienze positive che pure ci sono ma che vengono osteggiate (pensiamo al Bitto storico, alla ripresa della coltivazione del grano saraceno, alle nuove piccole cantine 'eroiche'). La melicoltura valtellinese non ha le dimensioni di Melinda, può pensare ad una conversione comprensoriale al bio (sull'esempio della Val Venosta). Ma sarebbe anche possibile pensare ad un futuro non lontano di ALPI LIBERE DAI PESTICIDI.

Invece, tocca riferire di cronache di trattamenti eseguiti in consapevole spregio delle regole che impongono quantomeno alcuni limiti all'uso di principi attivi molto pericolosi. Non si tratta di casi isolati, di 'incidenti'. Api Lombardia, nell'articolo riportato integralmente qui sotto, denuncia un'estesa moria di api in diversi comuni: Ponte in Valtellina, Chiuro, Tresivio, Poggiridenti, Castione Andevenno,Teglio, Postalesio. Denuncia il fatto che i responsabili dei servizi di assistenza tecnica, a fronte di una situazione critica, avrebbero suggerito di anticipare il trattamento, senza aspettare la colatura dei fiori. Con i voli delle api ancora in corso!

Un fatto che, se confermato, sarebbe molto grave. La causa verosimile delle morie è da individuarsi nell'uso dell'Imidacloprid, un insetticida sistemico neurotossico impiegato in melicoltura per combattere gli afidi ma a largo spettro (e quindi pericolosissimo anche per gli insetti utili a partire dalle api). La Fondazione Fojanini di Sondrio ne consiglia l'uso sul melo in postfioritura.

Michele Corti (www.ruralpini.it)

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