Alla luce di fatti recenti, soprattutto legati al calcio, riproponiamo un articolo di Franco Clementi.
Con regolarità periodica, più prevedibile dei moti
lunari, l'informazione italiana è percorsa da un elettrizzante
sussulto. Un giornale ha scoperto che un personaggio importante e
assai noto è indagato da un qualche magistrato per un particolare reato:
la vicenda dovrebbe essere coperta dal segreto istruttorio, ma il
giornalista lo è venuto ugualmente a sapere e dunque può scrivere
succulenti servizi.Ma guardate bene, non viene pubblicata solo una voce sfuggita per errore a qualcuno, una diceria ancora non controllata, un non confermato sospetto…Macché ! dell'indagine in corso, compaiono sulla stampa i verbali di tutti gl'interrogatori, i resoconti di tutte la intercettazioni telefoniche eseguite, l'elenco di tutte le persone(con nome e cognome e stato di famiglia)) con la quali il personaggio sotto inchiesta ha parlato negli ultimi mesi, i resoconti dei suoi conti in banca…alla faccia della famosa "privacy", che ci viene ammannita e predicata ogni cinque minuti. E così possiamo apprendere, leggendo il giornale, che alle 13,47 del14 Maggio l’assessore Taldeitali ha dato del “cornuto” al cognato, a che ora la moglie dell'indagato ha buttato giù la pasta per il pranzo, le ragioni che hanno indotto il figlio a usare la toilette più del solito, un lamento dell’indagato stesso per l’ernia discale che lo affligge…
Il fatto è che il poveretto che in questo momento è sotto l'attenzione della magistratura, viene trattato come sicuramente colpevole e quindi scorbacchiato per lungo e per largo assieme alla sua famiglia, anche se magari tra tre anni ( tanti sono i tempi della giustizia) potrà dimostrare di essere del tutto estraneo ad ogni vicenda illecita. Oppure se al termine dell'istruttoria viene rinviato a giudizio, lo viene a sapere prima dalla stampa con un giorno d'anticipo rispetto alla notifica dei carabinieri.
A questo punto la magistratura, di cui sono stati svelati i segreti, pomposamente apre un'inchiesta per sapere come è avvenuta la "fuga di notizie". Beh, io che veleggio ormai nella quarta età, in tutta la mia vita non ricordo che da tali indagini si sia cavato un ragno da un buco e dopo un po' tutto si sfilaccia nella dimenticanza e nel "chissenefrega".
Ora io vorrei fare un modesto ed onesto ragionamento da semplice cittadino.
Prendiamo il caso che io acquisti della merce di cui non so bene la provenienza. Se risulterà che essa era stata frutto di una rapina io passerò le mie grane con l'accusa di "incauto acquisto". Se poi si proverà che io conoscevo l'illegittimità dell' oggetto acquistato sarò accusato di " ricettazione" e se la rivenderò ad altri mi troverò anche denunciato per "riciclaggio".
Fin qui è tutto chiaro.
Ora prendiamo il caso che la merce in questione non sia un oggetto, ma una notizia ricevuta in modo illecito, perché parte di un segreto istruttorio tutelato dalla legge, ed io la pubblichi su un giornale ricavandone fama e aumenti di tiratura, beh… nonostante il palese parallelismo’, in Italia non succede niente.
Non importa se chi mi ha fornito la notizia dalla Procura lo abbia fatto per denaro, per motivi politici, per vendetta o altro; non importa se l'autore della fuga di notizie sia lo stesso magistrato che conduce l'inchiesta, un cancelliere di tribunale o un appuntato dei Carabinieri o che nottetempo qualcuno si sia introdotto in una procura per trafugarne le notizie riservate : il giornalista cui viene offerta l'informazione dovrebbe rifiutarla . Se non lo fa dovrebbe diventare complice del reato e dovrebbe risarcire le persone che uscissero danneggiate dal suo comportamento. Dovrebbe…dovrebbe...ahimé, quanti condizionati condizionali…!
Il segreto istruttorio, previsto dalle procedure giudiziarie, e la cui violazione contempla le opportune sanzioni è stato istituito dal legislatore con almeno due serie motivazioni:
- la conoscenza prematura di fatti solo parzialmente provati o solo semplicemente sospettati può impedire o deviare il proseguimento delle indagini; può mettere sull'avviso eventuali complici e determinarne la fuga; può dar loro il tempo di far scomparire documentazioni compromettenti. Insomma è un bastone fra le ruote per l'espletamento della giustizia;
- dare in pasto alla pubblica opinione il nome di un indagato, prima ancora di sapere se verrà rinviato a giudizio, significa violare la norma della nostra Legge fondamentale che vuole considerare ogni cittadino innocente prima di una sentenza di colpevolezza, ed è pertanto un abuso gettare su di lui un sospetto che non ha ancora preso forma e sostanza.
Altre parole d'ordine, inopportunamente declamate da chi si ritiene superiore alla legge, e che talvolta assume pose di eroe o addirittura di martire, sono " Cerchiamo la verità…vogliamo la trasparenza…".
Riguardo alla prima si potrebbe dire che il più delle volte è una verità parziale, quella che più fa comodo alla propria linea politica, e per quanto riguarda la trasparenza sarebbe interessante sapere chi c'è dietro certe campagne di stampa, quali interessi si muovono.
Si obietta:” Ma le persone oneste non hanno nulla da nascondere…”. Ciò è vero nella stecca misura in cui si può dire : “Le persone oneste non vanno a guardare attraverso il buco della serratura nelle case degli altri…”.
Franco Clementi
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