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giovedì 2 agosto 2012

IL '68 ITALICO HA RAGGIUNTO, IN RITARDO, LA VALTELLINA

1 agosto 2012 - Il pensiero di Giancarlo Bettini sulla situazione politica locale e sulla presenza di animali selvatici nella provincia di Sondrio.
Il '68 milanese lo ricordiamo perchè lo abbiamo vissuto.  Un periodo nero per la democrazia italiana. Gli assassinii, gli omicidi erano all'ordine del giorno, il Movimento Studentesco governava le Facoltà di Architettura e di Ingegneria al Poli meneghino. Nulla di diverso alla Statale. Il Governo ha fatto la sua parte ed ha riportato l'ordine. Il cancro è stato operato, le metastasi levate dai cervelli giovanili e non. Ma l'intervento non è riuscito perfettamente, due metastasi continuano ad operare in due cervelli: quelli della Magistratura e dell'Istruzione e provocano danni enormi.
Una specie di '68, a distanza di anni, sta contaminando la Provincia di Sondrio in diversi campi. E' frutto, questo ritardato fenomeno, di una totale incapacità delle classi politiche di operare secondo buon senso. Cerco di ricordare alcune nefandezze, in particolare fatti che interessano la nostra cittadina, Tirano:
  • dalla costruzione del mega elettrodotto che giunge dalla Svizzera trasportando energia nucleare proveniente dalla Confederazione Elvetica e dalla Francia Tirano ha avuto, quale compenso per la rovina paesaggistica della valle, alcuni milioni di euro. Denaro che il Comune non può spendere per il completamento delle numerose opere pubbliche iniziate e rimaste a metà per demerito del patto di stabilità calato dall'alto e non condiviso dai nostri Amministratori. Così le ditte che hanno avuto gli appalti licenziano gli operai in questi tempi di crisi.
  • La tangenziale nostra è considerata di poca importanza se lasciata per ultima. Ha avuto la precedenza, su Tirano, anche la tangenziale di Bormio.
  • Ampliando lo sguardo sembra cancellata l'Amministrazione Provinciale di Sondrio, provincia da unire forse a quella di Lecco. Frutto delle menti bocconiane nei palazzi romani che hanno snobbato le migliaia di nostre firme raccolte per il mantenimento della storica Istituzione. Ma verrà giorno...
Del '68 rimangono altre teste bacate, teste pensanti che danno più valore agli animali che all'uomo. Iniziamo dai cani, dagli amici degli uomini. Anche se ben allevati, ammaestrati, sono sempre animali, spesse volte pericolosi. Sulla stampa leggiamo di quadrupedi che hanno sbranato esseri umani. Perciò le leggi vanno rispettate: cani liberi con la museruola o tenuti al guinzaglio. Fatti loro sono quelli dei bipedi umani che tengono in casa animali velenosi o pericolosi.
Tra gli appartenenti al '68 abbiamo ereditato gli animalisti. Alcuni di questi hanno la testa sotto i piedi. Li elenchiamo: quelli che hanno portato in valle i cinghiali, quelli che hanno riscoperto l'orso e quelli che vorrebbero in valle i lupi.
I CINGHIALI
Da anni quei porci hanno preso possesso dei nostri boschi, hanno trasformato i pascoli in campi. Possibile che nell'anno di grazia 2012 non esista la possibilità di eliminarli totalmente?
GLI ORSI
Alcuni giorni or sono il nostro Assessore alla Cultura Bruno Ciapponi Landi aveva pubblicato un breve articolo nel quale suggeriva di porre attenzione perchè un orso si aggirava per Tirano. Un orso vero, non un qualsiasi politico. Lunedì scorso, 30 luglio, una certa Maria Ferloni, su “La Provincia”, rispondeva a Ciapponi informando che l'animale, l'orso, è dotato di un radiocollare. E chi se ne frega!!! Mi auguro che uno dei figli degli animalisti incontri il quadrupede affamato che passeggia da noi. L'orso era in valle in altri tempi ed oggi chi lo vuole vedere deve andare, ad esempio, nel recinto aprichese. In altre parole non lo vogliamo libero! Tutte le giustificazioni sono delle panzane.
I LUPI
Come panzane sono quelle di introdurre in valle i lupi. Ne abbiamo a sufficienza di lupi politici, anzi ne abbiamo in esubero sommando quelli che ci comandano a Palazzo Chigi.
Quali sono le cause che ci hanno portato a questa Società da ricovero coatto? La principale è quella del “buonismo” permesso per più anni. Segue l'avvenuta sparizione del merito da parte dei Sindacati. Ora sembra che il merito esca dal coma profondo e ritorni ad avere l'importanza che merita. Troppo tardi. Noi in questi casi usiamo dire che “i pizzoccheri sono a fondo”.
Giancarlo Bettini

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