Nella mattinata di domenica 4 novembre, anche la città di
Tirano ha celebrato la Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.
(Di Ivan Bormolini)
Gremita la chiesa parrocchiale di San Martino, che oltre
ai numerosi fedeli, ha visto la presenza delle Autorità Civili e
Militari della città, oltre ad un nutrito gruppo di Alpini, le
Associazioni Carabinieri e Finanzieri in congedo, i gruppi della
Protezione Civile dell’ANA e del Comune.Nella sua omelia il Prevosto ha voluto ricordare il valore storico di questa giornata e soprattutto cosa la storia ci insegna giorno dopo giorno. Terminata la Santa Messa, dalla parrocchiale è partito il corteo verso il monumento dei caduti in piazza Marinoni.
Dopo la cerimonia dell’alza Bandiera, c’è stata la deposizione della corona di alloro a cui ha fatto seguito il discorso ufficiale del Sindaco di Tirano Pietro Del Simone che qui riportiamo.
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Oggi l’Italia, quell’Italia alla cui Costituzione la nostra provincia e la nostra città in particolare, diedero un contributo di straordinaria qualità oltre cento cinquant’anni fa, attraverso i suoi uomini migliori, celebra la festa della sua Unità.
E nella stessa festa ricorda e onora le Forze Armate, ricorda gli uomini che per conquistare l’Italia diedero la loro vita, i mutilati e gli invalidi, le vedove e gli orfani, le madri dei caduti e coloro che prestano oggi in patria il loro essenziale servizio al mantenimento della legalità e dell’ordine democratico; ricorda i militari impegnati nelle missioni di pace all’estero, altissimo il compito di quella civiltà che caratterizza la nostra patria nella storia.
E a questo proposito anche noi alziamo la nostra debole voce per rivendicare il diritto di giudicare in Italia, secondo le leggi internazionali, i due marinai Latorre e Girone, illegalmente trattenuti in India, e auguriamo pieno successo, alle iniziative del Governo in tal senso.
Vedo qui troppe penne nere per non fare una considerazione sui morti alpini nelle missioni di pace e mandare loro un memore e grato ricordo.
Prendo spunto dal caso dei due marò per una riflessione sull’Europa sul peso che avrebbe l’Unione Europea in un caso come questo. L’Unione Monetaria non è infatti sufficiente; la globalizzazione e la nascita di nuovi colossi economici in oriente esige che l’Europa si organizzi al pari delle altre grandi confederazioni del mondo e trovi il coraggio di andare oltre, a cominciare dell’unione della propria Difesa e della politica economica, per porsi la pari con gli altri partners mondiali.
Occorre un’Europa meno burocratica, più efficiente, più efficace come l’avevano ideata i padri fondatori.
La dobbiamo costruire e la dobbiamo costruire in fretta questa Europa sulle basi della sua storia e dei valori universali che le derivano dalle sue radici cristiane.
La necessità di guardare alle grandi strategie mondiali, impone, per contrappunto, di valorizzare le realtà locali nelle loro varie espressioni, di far funzionare bene quel complesso di famiglie che dà luogo ai paesi, ai Comuni, alle Provincie.
E’ di pochissimi giorni la notizia che il Governo ha riconosciuto con una deroga l’esigenza di conservare la provincia di Sondrio nel riordino amministrativo che ne ha viste abolire ben trentacinque.
E’ una grande vittoria perché è una vittoria della ragione e del territorio le cui eccezionali caratteristiche morfologiche hanno condizionato la nascita e la distribuzione dei centri abitati e continuano a condizionare la vita in montagna.
E’ anche la vittoria di una giusta rivendicazione coralmente condivisa dalla gente e portata avanti con convinzione e al di sopra delle parti , dai nostri rappresentanti , dai sindaci, che hanno saputo unirsi e coordinarsi con il Presidente della Provincia, che ha guidato con grande impegno e con esito felice, la giusta rivendicazione.
Gliene siamo grati anche noi con l’orgoglio di avergli dato il contributo della nostra convinta adesione e del nostro sostegno. Tirano ha l’orgoglio di avere dato a questa rivendicazione l’apporto di uno dei suoi figli migliori, il Professor Alberto Quadrio Curzio, i cui studi, sfociati nello Statuto comunitario per la Valtellina, hanno fornito alla rivendicazione un supporto ideale e scientifico e tutto il peso della sua riconosciuta autorevolezza.
Questa giornata non può lasciarci indifferenti ai gravi problemi che affliggono la nostra società, le nostre famiglie le nostre aziende produttive. La gravissima crisi internazionale che ha ovviamente anche l’Italia è stata posta sotto controllo con un’iniziativa politica eccezionale che ha visto la nomina di un Governo di tecnici espresso da un’amplissima maggioranza parlamentare politicamente trasversale che ha evitato di precipitare nel baratro verso il quale eravamo avviati.
La cura del male è però stata durissima, specialmente per le fasce di reddito più basse.
La pressione fiscale, già ai massimi livelli, ha dovuto essere aumentata, il contenimento della spesa e il patto di stabilità ha costretto molti comuni a ridurre i servizi alla popolazione e le prospettive non vanno verso una liberalizzazione, nemmeno per i comuni virtuosi come il nostro costretti a non utilizzare i propri ingenti risparmi.
Tutto questo in un paese, l’Italia, con fortissime differenze di gestione amministrativa, fra nord e sud a cui si dovrà pure porre mano, come era parso si stesse facendo con il federalismo, del quale ormai non si sente più parlare e si pensi ai tagli lineari operati soprattutto sulla scuola e sulla sanità.
Non è facile criticare scelte come quelle che il Governo si è trovato a fare in una situazione di straordinaria emergenza, ma certo su questa linea non si può proseguire senza recare danno a quella ripresa economica che ci permetterà di uscire dalla crisi.
E’ necessario sostenere lo sviluppo delle risorse esistenti, come il turismo che riguarda da vicino anche noi, innovare, ripartire con coraggio e fiducia nel futuro.
Un futuro da costruire anche facendo riguadagnare alla nostra classe politica la dignità che le è necessaria per meritare la credibilità in campo internazionale, credibilità che deve avere anzitutto ai nostri occhi di cittadini, turbati, delusi e traditi dal succedersi degli scandali oltre che, troppo spesso, dal basso livello qualitativo e morale che ha portato, nel pensiero comune, una indiscriminata criminalizzazione dei “politici” a tutti i livelli.
La classe politica deve ritrovare quei valori che sono basilari per conservare la fiducia degli amministratori , che sono anzitutto onestà e capacità.
Ci permettiamo di dire questo perché siamo la terra di Luigi Torelli, dei Visconti Venosta, dei Guicciardi e di Ezio Vanoni, valorosi e lungimiranti servitori dello Stato dei quali possiamo gloriarci indicandoli ad esempio all’intera nazione.
Ce lo chiede il futuro dei nostri figli, ce lo chiede la nostra dignità di cittadini, ce lo chiede la memoria dei caduti per un’Italia migliore che oggi ricordiamo con affetto e riconoscenza.
Viva L’Italia.
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