26 dicembre 2012 - Intervista alla tiranese Francesca
Zucchetti, candidata alle primarie del 29 dicembre per i candidati al
Parlamento del Partito Democratico.
Francesca Zucchetti, 37 anni, da tre anni coordinatrice
del Circolo PD di Tirano, ha deciso di partecipare alla corsa che
porterà alla scelta dei candidati del Partito Democratico al Parlamento.
“Credo sia ora che si mettano in campo persone normali, abituate al
quotidiano vere e concrete - ha dichiarato Francesca - . Ho deciso di
provarci perché ho due figlie femmine e voglio che abbiano una
prospettiva diversa da quanto insegnato loro negli ultimi vent’anni”.“Sono disgustata - continua - da quanto si legge sui giornali e raggelo nel ravvisare troppo spesso interessi personali nelle persone che si occupano della res pubblica anche a livello locale. Non ho fatto la scelta di candidarmi a cuor leggero ma perché credo di avere gli strumenti personali per poter affrontare la sfida e di non avere alcun interesse e pertanto di partire dall’invidiabile posizione di usare solo la testa per prendere decisioni lontane da interessi particolari, che saranno solo quelli di chi andrò a rappresentare”.
Quali sono i motivi che ti hanno spinto a candidarti?
Vorrei offrire una novità all'elettorato e sopratutto provare a cambiare le regole di una società che non voglio limitarmi a criticare per il futuro delle mie figlie e di tutte le nuove generazioni.
Qual'è la tua esperienza politica fino a qui?
Partecipo alla vita politica provinciale da alcuni anni e mi impegno nella vita amministrativa. Ho una buona cultura amministrativa data dal mio percorso di studi e dall'attività lavorativa.
Perché l'elettore dovrebbe votare per te? Hai delle linee guida?
Perchè sono una persona normale e concreta, onesta e leale. Sono una donna, madre, moglie, lavoratrice e sono quindi pragmatica. Priorità sanità e scuola pubblica, riforme istituzionali e lavoro.
Hai una figura politica a cui ti ispiri?
Nilde Iotti le cui parole continue ad essere attuali: "Le cronache di tutti i giorni ci dicono di violenze di ogni genere all’interno e fuori della famiglia, nella società, compiute da anziani su giovani e bambini, da figli contro i genitori, come se si stesse diffondendo uno spirito di rivolta, contro i sentimenti e i valori della persona umana. Quale cultura sta generandosi, forse anche per i nostri ritardi? È con inquietudine che mi pongo queste domande"
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