Il 30 dicembre 2012, su questo giornale, avevo scritto “la
Nazione Italia va cambiata, ribaltata come un calzino, calzino della
Befana colmo di ladri e di mafiosi”... (Di Giancarlo Bettini)
Ribaltare il calzino può essere facile, difficile è il riempirlo con qualcosa di utile per la collettività, per la società.
I più radicali lo riempirebbero in un solo momento con qualche cosa
che il “Bel Paese” ha già sperimentato, ma che è risultato demenziale:
la dittatura. La dittatura miete vittime al suo nascere, poi, come già
sperimentato, tutto si appiana e nascono, con l'oligarchia, nuove leggi.
E' ciò che è accaduto nel ventennio fascista con Mussolini.Tutto è filato liscio sino a quando il Duce si è montato la testa per la seconda volta entrando in guerra a fianco di un debosciato a nome Hitler. Tutti sappiamo come è andata a finire. La dittatura oggi non è pensabile anche perchè, dalla Sicilia alle Alpi, non vedo l'uomo con le palle necessarie, palle gigantesche. Siamo stracolmi di parolai, di quaraquàquà, specialmente tra politici che da una vita si mantengono nei palazzi romani. Sono delle larve viventi. Per chi scrive un politico merita di essere chiamato onorevole o senatore soltanto dopo aver dimostrato di aver lavorato, in proprio o alle dipendenze, e di avere realizzato qualcosa. Di parolai, specialmente tra gli avvocati, ne troviamo molti in Parlamento e, siccome le nuove leggi le studiano loro, vengono emanate con frasi incomprensibili, interpretabili solo da altri avvocati che il pantalone deve pagare.
Qualche lettore penserà che chi scrive è un ennesimo parolaio, che prima di arrivare al dunque gira attorno al problema troppo lungamente. In realtà non è così. Infatti quanto sopra scritto permette di riconoscere in che Nazione viviamo e solo in questo modo il lettore capirà la correlazione con quanto seguirà.
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“ Assicurazioni auto = Associazioni a delinquere legalizzare”.
Pochi giorni or sono da Teleunica ho appreso che nel 2012 gli incidenti stradali, in Provincia, sono diminuiti. Buona notizia per gli utenti e per le Compagnie di Assicurazione. Anticipo che non considero tutte le Compagnie associazioni a delinquere, ma desidero spiegare quanto accaduto a me. Per molti anni ho pagato alle Generali il dovuto premio senza avere provocato alcun incidente. Con gli importi di detti premi mi sarei comperato una macchina nuova. In questi ultimi anni ho provocato due sinistri di piccolissima entità. Le spese per il saldo del primo incidente le ha pagate la mia assicurazione, quelle del secondo, vista la modesta spesa, ho preferito pagarle io direttamente. Dall'anno scorso sono assicurato con la Zurich. Tutti sappiamo che, per legge, l'assicurazione dell'auto è obbligatoria. E questo è un bene. A seguito del primo incidente, quello pagato dalla mia assicurazione, per curiosità ho chiesto alla Carrozzeria quanto il perito aveva stimato il danno provocato e quanto la Carrozzeria stessa aveva chiesto per la prestazione. La stima era di un importo doppio rispetto a quello effettivamente pagato. Per il secondo incidente, un leggero tocco al paraurti di una macchina ferma, per non avere la seconda fregatura, ho scritto che avrei desiderato assistere alla stima da parte del tecnico incaricato. Anche per il fatto che avrei dovuto decidere se pagare direttamente o addebitare la somma alla mia Assicurazione. Rammento che l'incidente è avvenuto nell'aprile 2012.
Nessuna risposta alla mia richiesta.
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Dagli esperti del campo assicurativo ho appreso quanto segue. E' in vigore una legge che effettivamente aiuta chi in un incidente ha subito un danno. Un perito stima il danno stesso ed in un tempo brevissimo l'importo stimato viene dato al danneggiato. In tal modo il soccombente potrà pagare la Carrozzeria che ha fatto il lavoro. I lettori si chiederanno “dove vuole arrivare questo rompiscatole se tutto è lineare?”
Riprendo il parere degli esperti. Mi hanno detto che l'importo della stima del perito non incide sull'ammontare del premio. Il sinistro è avvenuto, perciò il colpevole sale di una categoria.
Il 12 dicembre 2012 ho inviato un fax all'indirizzo datomi dalle Generali. In tale missiva facevo notare che lo scrivente dalla data dell'incidente (aprile 2012) in poi non aveva saputo più niente di quanto avvenuto. Sempre nella missiva facevo presente l'urgenza della risposta per sapere se pagare direttamente o fare pagare alla mia Assicurazione. Riporto quanto da me richiesto:
- di conoscere il nome e cognome del tecnico che ha stimato il danno da me provocato sulla macchina della danneggiata
- la descrizione dei danni provocati e dei lavori necessari per riparare l'auto
- Il costo di ogni pezzo eventualmente sostituito
- Le ore impiegate dal meccanico per smontare e montare eventuali pezzi e il costo orario del meccanico
- Copia della fattura emessa dal meccanico e dalla carrozzeria, fattura con l'indicazione del saldo effettuato.
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Per sapere quanto richiesto mi rivolgo ora ad un Giudice. Premetto che, da pensionato, non voglio spendere un euro per sapere i miei diritti. Mi rivolgo perciò ad un Giudice del Tribunale di Sondrio per avere una risposta alle seguenti domande:
- una persona ha diritto o meno di sapere come ha agito un perito incaricato per la stima di un danno provocato da un sinistro?
- se ha diritto, per quale motivo non ho avuto risposta alle domande sopra dettagliatamente riportate?
Se la persona che ha commesso il sinistro non ha il potere di visionare la stima del perito suggerisco ai legislatori di modificare al più presto l'assurda legge.
Giancarlo Bettini
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