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giovedì 24 gennaio 2013

LE PAROLE DI UNA VOLTA: "remugà"

"Ruminare" e "remugà" sono due parole di origine latina, che sono apparse attorno al XIV secolo: a quei tempi la loro è stata un'origine dotta. (Di Giac)
LE PAROLE DI UNA VOLTA: "remugà"
"mindfrieze" flickr.com (cc)
Derivano da "rumine" che è la prima delle quattro cavità dello stomaco dei bovini. Il rumine accoglie l'erba o il fieno di prima masticazione, poi dopo qualche tempo, il rumine si svuota piano piano: il contenuto viene rigurgitato in bocca e l'animale rimastica con più cura e calma. Alla fine della nuova masticazione il tutto viene inviato nel vero stomaco l'abomaso. L'omaso invece può essere chiamato anche "centopelle" e nel nostro dialetto cent-foeui.
E' interessnte notare che la categoria dei ruminanti comprende oltre ai bovini, le pecore e le capre, i cervi e altri ungulati, le antilopi e perfino i cammelli. Nel linguaggio figurato "ruminare" e "remugà" assumono il significato di riflettere attentamente su qualcosa che è capitato, cioè ripensare, riconsiderare. Un sinonimo in questo caso potrebbe essere rimuginare.
Come parola dialettale "Remugà" è presente, tra l'altro nel dialetto di Tirano, Villa di Tirano, Stazzona di V.T., Teglio e Chiuro. La variante "Rummià" è tipica di Premana (Lecco), mentre a Milano si dice "rummià" e a Bergamo "rumina". Infine a Modena e dintorni "rumièr", naturalmente anche col significato figurato.
La remugàda è l'atto di ruminare: per una mucca in buona salute le ruminazioni dovrebbe essere attorno alle cinquanta o sessanta. Se sono più numerose significa che l'animale non sta bene, ha fatto indigestione oppure ci sono altri problemi.
A proposito di malattie bovine. Ho ancora visto dare una bottiglia di camomilla a una mucca malata. Fino agli anni '50 del secolo scorso, la mucca era senza dubbio l'animale più importante di un'azienda agricola e la si assisteva con premura quando doveva partorire. Un vero e proprio parto assistito. Bisognava anche stare attenti che l'animale non si mangiasse la placenta che in dialetto si chiama "moeudri". Attualmente gli allevamenti bovini sono diventati più rari: quindi la parola "ruminare" riferita agli animali la si usa più di rado, mentre si continua a usare, ruminare in senso figurato.

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