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giovedì 21 febbraio 2013

LE PAROLE DI UNA VOLTA: "Parlént"

"La parola dialettale "parlént" ha come corrispondenti in Italiano "loquace" o anche chiacchierone. (Di Giac)
In provincia di Sondrio la si usa raramente nel dialetto contemporaneo: per quanto ne so al momento, era in uso nella zona tra Teglio e Grosio. Non si trova invece una parola simile in Milanese; al contrario, nelle valli bergamasche esisteva il vecchio termine "parléol", di uso molto locale, che ha una somiglianza piuttosto vaga con parlént. Non ho trovato la parola in questione sul dizionario della Fiori: le potrebbe essere sfuggita.
In ogni caso "parlént" era una parola in uso a Stazzona e a Villa, quindi nota anche a Tirano che con il vicino comune di Villa ha sempre avuto rapporti intensi. Si può pensare che la parola in questione abbia avuto almeno un paio di secoli di vita."Parlént" ha un'origine particolare, viene dal participio del verbo parlare, come un'altra parola, "laurént", che deriva invece dal verbo "laurà", lavorare. Come è risaputo nel dialetto attuale il participio presente non viene usato, lo si esprime però con un "giro di parole". La stessa cosa vale per il gerundio: sto parlando, diventa "so drée a parlà".
Come significato "parlént" aveva un valore positivo, all'opposto la vecchia parola "sciucc", asciutto, può avere un valore un po' più negativo: riferirsi a una persona di poca sensibilità; in altri contesti però "sciucc" può semplicemente riferirsi a qualcuno molto riservato di carattere.
Nel dialetto attuale al posto di "parlént" si usa "ciaciarùn", come si nota una parola molto vicina all'Italiano "chiacchierone". "Ciaciarùn" ha un significato abbastanza spregiativo, ma non sempre è così: dipende dal contesto della frase in cui la parola è inserita. Se ad esempio si dice "'l è ciaciarùn...ma simpatich...", tutti i dubbi sono chiariti.
Il dialetto di oggi è una lingua impoverita che molti di noi non sono più capaci di parlare come si dovrebbe. Forse sarebbe il caso, ogni tanto, di riciclare vecchie parole: invece di "stuzzicà" dire "inzegà", piuttosto che "furbu", "balòss", invece di "gras", "ciciùn", ecc. A suo tempo, le nostre parlate locali non sono state concepite per dire solo volgarità o spettegolare con epiteti irriguardosi nei confronti del prossimo. In realtà sono semplicemente lingue parlate nella vita quotidiana che servono a comunicare con gente diversa in molteplici situazioni.
Giac

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