KESIFAPP, IL DIVERTIMENTO A PORTATA DI SMARTPHONE

E' stata lanciata il 1° di maggio l'applicazione “made in Valtellina” che punta a cambiare le abitudini e i modi di organizzare il divertimento di giovani e non.

L'applicazione Kesifapp è nata grazie all'idea, nel settembre 2012, del tiranese Marcello De Campo e della sondriese Katia Mattaboni. “Una sera – racconta Marcello – ci siamo chiesti che cosa si sarebbe potuto fare per far incontrare l'offerta dei diversi locali con la domanda delle persone in cerca di divertimento; grazie all'indispensabile aiuto dello studio di comunicazione Dorocatrame di Brescia abbiamo sviluppato un'applicazione in grado, secondo noi, di rispondere a questa domanda.
Kesifapp, permetterà ai locali che organizzano eventi (aperitivi, cene a tema, karaoke, concerti... ), con un canone annuale di 150 euro, di poter inserire le proprie iniziative all'interno dell'applicazione: l'utente finale, a costo zero, potrà scegliere l'evento che più si avvicina alle sue aspettative.
Infatti, “KeSiFapp – ci hanno spiegato gli sviluppatori dell'applicazione - è una innovativa applicazione per smartphone sviluppata con l'obiettivo di mettere in comunicazione in maniera ottimale e diretta gli utenti e gli operatori del panorama entertainment, in una logica democratica, ossia non vincolata da contratti pubblicitari ma al totale servizio del pubblico”.
L'App si propone quindi come vetrina esaustiva e completa di tutte le manifestazioni e gli eventi calendarizzati nei locali e nelle discoteche ed è consultabile attraverso criteri intuitivi ed adattabili alle necessità dei fruitori. Ogni avvenimento, infatti, viene categorizzato e catalogato per razionalizzare i criteri di ricerca e ottimizzare le informazioni fornite.
Insomma, Kesifapp, che ha già vinto un bando europeo grazie alla sua originalità, si candita a diventare un'applicazione di successo, alla stregua, per esempio, di Tripadvisor; infatti, “l'applicazione – conclude il tiranese Marcello De Campo – mira a espandersi prima in tutta la Lombardia e poi, se le cose vanno bene, almeno in tutta Italia”.