3 luglio 2013 - Caro campeggiatore, la Sua piazzola è un biòtopo pregiato... (Di Antonio Stefanini)
Raffaele Jannucci, direttore
del mensile Plein Air, ha sintetizzato una volta lo spazio vitale che il
campeggiatore medio desidera abitare durante la sua vacanza all'aria
aperta come una sorta di Privato Posto Natura. Vuoi che ci arrivi con la
tenda, la roulotte, il camper, l'air camping o altro fantasioso mezzo
di soggiorno, oppure prenoti un bungalow, l'amante della vacanza libera
desidererebbe dunque dal campeggio che lo ospita, più che attrattive
artificiali ed orpelli supertecnologici, proprio una genuina full
immersion nella natura tipica del luogo scelto. Se ciò è vero - e almeno
per una buona fetta di campeggiatori lo è senz'altro - cosa meglio di
un campeggio montano di spiccata matrice nature come Camping Aprica?
Immersa
in un seppur piccolo parco naturale, la piccola struttura attrezzata su
due ettari dell'alta Valcamonica, al confine con la Valtellina, si
caratterizza proprio per la sua forte naturalità. Sulle due rive
dell'Ogliolo, torrentello vivo e pulito, si sviluppa su diversi piani,
in una morfologia affatto variegata e piacevole, la serie si Spazi
Natura di cui si diceva. Ognuno con una forma diversa e quasi sempre
naturalmente irregolare.
Qui, non solo
ogni strada interna ha un nome (Via degli Abeti, Via dei Frassini, Via
degli Ontani, Via dei Roveri, Via delle Betulle, Via dei Larici, ecc.),
ma addirittura molte piazzole sono meglio conosciute dai frequentatori
con il nome della vegetazione o dei funghi che le caratterizzano, più
che per il numero progressivo obbligatorio. Ci sono così P.la Amanita
Muscaria, P.la Porcini, P.la Betullini, P.la Mazze di tamburo, P.la
Nocciole, P.la Sorbo, P.la Fragoline, P.la Lamponi, P.la Mirtilli, P.la
Peromelo...
Le specie arboree di medio e
alto fusto presenti all'interno di Camping Aprica, al 95% cresciute
autonomamente e solo regolate nel loro sviluppo dai gestori, sono almeno
una trentina. Si va dalle dominanti conifere abete rosso e larice
all'abete bianco, dal pino silvestre al pino cembro, dal pino mugo al
ginepro, dall'ontano al frassino, dalla betulla al rovere, dal sorbo al
nocciolo, dal pero al melo selvatico, dal ciliegio al gattice,
dall'acero rosso al tiglio, dal pruno alla rosa canina, dalla serenella
alla forsizia. E nell'elenco qualcuno è stato certamente dimenticato.
Tra
le piccole piante, quelle che hanno le infiorescenze più pregevoli o lo
sviluppo più elegante sono certamente l'orchieda maculata, l'epilobio,
la felce, la margherita, i garofani, le campanule, il verbasco, il
tarassaco, il ranuncolo, la bistorta, diversi tipi di sempervivum, tra
cui il giallissimo e decorativo risetto.
I gerani e le petunie ai balconi completano il quadro, dove la dominante resta comunque in primavera-estate quella del verde con le sue varie tonalità, mentre in autunno i colori caldi la fanno da padroni. Prima di abbandonarsi alla coltre bianca dei mesi invernali.
I gerani e le petunie ai balconi completano il quadro, dove la dominante resta comunque in primavera-estate quella del verde con le sue varie tonalità, mentre in autunno i colori caldi la fanno da padroni. Prima di abbandonarsi alla coltre bianca dei mesi invernali.
Antonio Stefanini
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