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giovedì 4 luglio 2013

ELOGIO AL CAMPING D'APRICA IMMERSO NELLA NATURA

3 luglio 2013 - Caro campeggiatore, la Sua piazzola è un biòtopo pregiato... (Di Antonio Stefanini)
Raffaele Jannucci, direttore del mensile Plein Air, ha sintetizzato una volta lo spazio vitale che il campeggiatore medio desidera abitare durante la sua vacanza all'aria aperta come una sorta di Privato Posto Natura. Vuoi che ci arrivi con la tenda, la roulotte, il camper, l'air camping o altro fantasioso mezzo di soggiorno, oppure prenoti un bungalow, l'amante della vacanza libera desidererebbe dunque dal campeggio che lo ospita, più che attrattive artificiali ed orpelli supertecnologici, proprio una genuina full immersion nella natura tipica del luogo scelto. Se ciò è vero - e almeno per una buona fetta di campeggiatori lo è senz'altro - cosa meglio di un campeggio montano di spiccata matrice nature come Camping Aprica?
Immersa in un seppur piccolo parco naturale, la piccola struttura attrezzata su due ettari dell'alta Valcamonica, al confine con la Valtellina, si caratterizza proprio per la sua forte naturalità. Sulle due rive dell'Ogliolo, torrentello vivo e pulito, si sviluppa su diversi piani, in una morfologia affatto variegata e piacevole, la serie si Spazi Natura di cui si diceva. Ognuno con una forma diversa e quasi sempre naturalmente irregolare.
Qui, non solo ogni strada interna ha un nome (Via degli Abeti, Via dei Frassini, Via degli Ontani, Via dei Roveri, Via delle Betulle, Via dei Larici, ecc.), ma addirittura molte piazzole sono meglio conosciute dai frequentatori con il nome della vegetazione o dei funghi che le caratterizzano, più che per il numero progressivo obbligatorio. Ci sono così P.la Amanita Muscaria, P.la Porcini, P.la Betullini, P.la Mazze di tamburo, P.la Nocciole, P.la Sorbo, P.la Fragoline, P.la Lamponi, P.la Mirtilli, P.la Peromelo...
Le specie arboree di medio e alto fusto presenti all'interno di Camping Aprica, al 95% cresciute autonomamente e solo regolate nel loro sviluppo dai gestori, sono almeno una trentina. Si va dalle dominanti conifere abete rosso e larice all'abete bianco, dal pino silvestre al pino cembro, dal pino mugo al ginepro, dall'ontano al frassino, dalla betulla al rovere, dal sorbo al nocciolo, dal pero al melo selvatico, dal ciliegio al gattice, dall'acero rosso al tiglio, dal pruno alla rosa canina, dalla serenella alla forsizia. E nell'elenco qualcuno è stato certamente dimenticato.
Tra le piccole piante, quelle che hanno le infiorescenze più pregevoli o lo sviluppo più elegante sono certamente l'orchieda maculata, l'epilobio, la felce, la margherita, i garofani, le campanule, il verbasco, il tarassaco, il ranuncolo, la bistorta, diversi tipi di sempervivum, tra cui il giallissimo e decorativo risetto.
I gerani e le petunie ai balconi completano il quadro, dove la dominante resta comunque in primavera-estate quella del verde con le sue varie tonalità, mentre in autunno i colori caldi la fanno da padroni. Prima di abbandonarsi alla coltre bianca dei mesi invernali.
Antonio Stefanini 
CAMPING_APRICA

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