19 luglio 2013 - L'Onorevole valtellinese della Lega Nord
Jonny Crosio ha parlato in Senato difendendo la posizione del partito in
merito al tema dell'immigrazione; nessuna presa di posizione sulle
parole inaudite di Calderoli. (Di Marco Travaglia)
Il senatore valtellinese Jonny Crosio è intervenuto ieri
in aula, durante la discussione sulla mozione di solidarietà per
l’attività del ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge presentata dal
Pd, per esprimere il voto di astensione del gruppo della Lega Nord che non condivide la politica del ministro in tema di cittadinanza agli immigrati.
Un intervento lungo e articolato nel quale Crosio ha offerto, a parole,
non il sostegno, bensì la collaborazione del suo partito nella
costruzione di un percorso di vera integrazione.Il senatore leghista ha evidenziato come, nella situazione attuale, in presenza di quasi nove milioni di poveri, l’obiettivo per il governo debba essere quello di garantire una vita dignitosa a tutti i cittadini, italiani e stranieri regolari. Grazie alle leggi esistenti, ma soprattutto "per il buon senso - ha detto il Crosio - dimostrato dagli amministratori locali che favoriscono un naturale processo d’integrazione, in tutto il Paese donne e uomini di razze e culture diverse convivono serenamente". La sua attività nei Palazzi romani gli avrà fatto perdere il senso della realtà: quali sarebbero gli atteggiamenti degli amministratori locali che favorirebbero un naturale processo d’integrazione?
E poi, dice ancora Crosio, "in tutto il Paese donne e uomini di razze e culture diverse convivono serenamente"?; no comment. Basta leggere le parole del Vicepresidente del Senato della Repubblica Italiana (sigh!) Roberto Calderoli che ha paragonato il ministro Kyenge ad un orango per capire il grado di serenità. Questo e altri esempi di razzismo (vedi Borghezio), purtroppo, sono accaduti all'interno della Lega Nord. Bene avrebbero fatto a cacciare Calderoli dal partito: quello sarebbero stato un gesto di scuse accettabile; ma la Lega Nord si è guardata bene dal farlo (e Crosio si guarda bene dal commentare l'incommentabile), perché sarebbe stato come sconfessare la propria natura.
Vorrei ricordare, a chi insegue la strada del razzismo, che la nostra specie deriva da gorilla e scimpanzè e che il mondo è stato colonizzato a partire da qualche centinaio di ominidi provenienti tutti dall'Africa. Per accorgersene basta guardarsi allo specchio.
Marco Travaglia
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