La rubrica, a cura di Ezio Maifrè, per capire i modi di dire
dialettali, grazie alla spiegazione e ad un racconto specifico.
Questa rubrica settimanale dei
"modi di dire", nel contesto del racconto, ha lo scopo di rammentare in
gergo dialettale una espressione e non si riferisce a fatti e a persone.Località Polveriera, anno 1956. Pietro era fuori dai gangheri. Doveva arare il suo campo quando gli parve che qualcuno gli avesse spostate la pietra che delimitava la sua proprietà. Non si ricordava esattamente il luogo dove suo padre l’aveva messa, ma grosso modo, ricordava che quella pietra che delimitava il confine era posata presso il ruscello d’acqua di irrigazione del campo. Ricordò d’essersi seduto su quella pietra con i piedi doloranti e di averli immersi nell’acqua del ruscello.
Riprovò. Si sedette ancora su quella pietra e allungò le gambe e esclamò “ porco boia, non posso aver avuto le gambe così lunghe . Le scarpe mi arrivano a due metri dal ruscello. Qualcuno mi ha spostato la pietra che delimitava il confine del mio campo. Stai a vedere che è stato Amilcare, quel balordo, mio confinante. Quello non mi piace. Due anni fa, per sbaglio, ho messo un piede oltre la linea del mio confine e per miracolo con la vanga non mi ha tagliato la scarpa”.
Amilcare il giorno prima aveva arato il suo campo rispettando il confine delimitato da quella pietra sospetta. Si sa che le pietre non viaggiano da sole, se si spostano è segno che qualche forza le ha spostate.
La forza dell’acqua del ruscello,no di certo. Era un ruscelletto limpido e tranquillo, senza rumori. Si udiva nelle notti calde solo il gracchiare di qualche rospo che saltellava tra i fossi. Pietro pensò: non è stata l’acqua, non sono stati nemmeno i rospi. Allora qual è il “rospo “ che mi ha spostato la pietra di confine? “
Pietro e il suo cavallo erano presso il ruscello pensosi quando arrivò Battista con il trattore. Li vide immobili e disse : “Pietro, è dura la vita ? Io se nasco un’altra volta faccio il prete. Oggi fa un caldo boia e voglia di lavorare saltami addosso ! Hai bisogno di qualcosa, ti vedo pensoso e inquieto più del tuo cavallo. Cos’hai ?” Pietro rispose: “ Lasciami bollire ! Non è la giornata e ho le palle a elica. Sono qui che mi rosicchio il cervello. Forse tu poi aiutarmi perché è una vita che bazzichi tra questi campi. Ti ricordi i confini del mio campo ? “
Rispose subito “ Come no ! Le pietre di confine di questi campi le ho in testa come chiodi di cantiere” .
Cosa vuoi sapere? “ Pietro rispose : “ secondo te, questa pietra che delimita il confine con il mio vicino Amilcare è al suo posto giusto ?. “ Controllo subito “rispose Battista. Un giro avanti e indietro del campo, poi quando giunse al ruscello esclamo “ Pietro, t’hanno ciurlato! T’hanno spostato la pietra di tre metri a vantaggio del campo di Amilcare . Cerca subito quel volpone e fatti dare spiegazioni. Quello ha già arato il suo campo con i confini delimitati dalla pietra spostata”.
Corse da Amilcare. Gli chiese se per caso non avesse spostato lui la pietra di confine perché non era al suo posto . Anche Battista, noto a tutti per la sua memoria, giurava che la pietra era stata spostata. Amilcare nicchiò e alla fine disse “ domani andremo a verificare, ricordo molto bene anch’io il confine” .
All’indomani si trovarono sul posto tutti e due . Controllarono con cura. Amilcare bofonchiando disse” mondo boia, hai ragione ! Deve essere stato il mio cavallo Drago che con l’aratro l’ha rampinato e tirato dietro la pietra con la sua foga. Te la rimetto al suo posto. Sei fortunato perché, come vedi, ti ho fatto anche un favore. Ti ho arato tre metri su tutta la lunghezza del tua campo gratis . Si lasciarono sospesi nei loro pensieri. Pietro pensò:” Quel rospo di Amilcare voleva fregarmi la mia terra.”
Almicare: “ Quel Battista l’è un rüga mèrdi, è uno che si interessa delle cosa degli altri e fa scaturire discussioni. Cosa gli poteva interessare il confine di Pietro? Lui tanto non ci perdeva niente e io avrei guadagnato in terra. Alla prima occasione gli ricambierò il favore !”
Ezio Maifrè
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