2 luglio 2013 - ANMIC, l'associazione di riferimento e di
tutela dei diritti degli invalidi, ha ottenuto un importante successo
nel campo del riconoscimento delle condizioni reddituali ai fini
dell’ottenimento della pensione di invalidità.
Alcune sentenze, anche recenti, della Corte di Cassazione, avevano stabilito che il reddito da tenere presente ai fini della pensione di invalidità civile totale dovesse essere quello del beneficiario cumulato con quello del coniuge.Tale interpretazione contrastava con una prassi trentennale del Ministero dell'Interno e dell'INPS che, invece, facevano riferimento al solo reddito dell'invalido con esclusione di quello del coniuge.
In seguito alle opportune reazioni prima fra tutte di ANMIC - associazione di riferimento e di tutela dei diritti degli invalidi, che si è prodigata per ottenere chiarimenti oltre a corretta e giusta interpretazione - e di una presa di posizione del Ministero del Lavoro, INPS ha sospeso l’applicazione di quella disposizione amministrativa.
Ciò nonostante la Corte di Cassazione aveva confermato il parere precedente: il reddito è quello dell’interessato e del coniuge, facendo sorgere nuovi timori.
Con forza Anmic, con le altre associazioni in difesa degli invalidi, ha richiesto l’intervento legislativo alla Camera dove è stata depositata una proposta di legge finalizzata a fornire una interpretazione autentica favorevole alle persone con disabilità.
Questo principio è stato definitivamente sancito dal legislatore con il Decreto Legge del 26/6/2013 nel quale, all’articolo 9, si precisa espressamente che «Il limite di reddito per il diritto alla pensione di inabilità in favore dei mutilati e degli invalidi civili, di cui all’articolo 12 della legge 30 marzo 1971, n. 118, è calcolato con riferimento al reddito agli effetti dell’IRPEF con esclusione del reddito percepito da altri componenti del nucleo familiare di cui il soggetto interessato fa parte».
Ora il testo approvato dal Governo è in attesa di pubblicazione.
"Oggi possiamo affermare - dicono all'unisono i sostenitore dell'ANMIC - che in un periodo di recessione, il risultato raggiunto con contributo determinante dell'ANMIC è eccellente in quanto difende e garantisce la posizione di tanti invalidi totali già penalizzati da una provvidenza economica insufficiente e che rischiavano di perdere tale beneficio per effetto dell'orientamento interpretativo della Cassazione".
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