23 luglio 2013 - L'analisi chiara e puntuale del Presidente
del Consorzio Turistico Sondrio e Valmalenco sui possibili scenari
futuri per il nostro turismo: "Per rimanere sul mercato occorre
investire in presenza e visibilità".
La contrazione della spesa che si manifesta attualmente
nei comportamenti del pubblico porta ad una situazione solo
apparentemente paradossale per i marchi commerciali, per le aziende ed
anche per le mete turistiche.Infatti, una regola fondamentale del mercato (forse non scritta) ma sicuramente suggerita dall'esperienza dice che se la “Coca Cola fa molta pubblicità, tanti consumatori la chiedono, tutti i commercianti la vogliono sullo scaffale o nel frigo sotto al bancone”.
Questo suggerisce che per rimanere sul mercato occorre investire in presenza e visibilità, per garantire riconoscibilità da parte del pubblico e, in ultima analisi, anche “il desiderio” di acquistare quel determinato prodotto, cosicché la distribuzione possa allo stesso modo volere quella referenza in catalogo.
Qui risiede il paradosso, poiché ciò dovrebbe essere maggiormente recepito e perseguito nei momenti di “crisi”, aziendale o congiunturale che sia. Se la performance è a rischio, l'ultima cosa da fare è tirare i remi in barca. Anzi, al contrario: è l'ora di incentivare un atteggiamento più aggressivo ed incisivo verso i consumatori.
Passando dal teorico al pratico, è quanto dovrebbe ora accadere per la Valtellina come destinazione turistica. Negli ultimi mesi si nota come la percezione della nostra area turistica sia appannata. Non nei confronti della qualità di territorio ed offerta, piuttosto della più semplice e banale localizzazione geografica, a denotare come il primo handicap che ci affligge è che ampie fasce di potenziali turisti (individuali come organizzati) escludono la nostra meta per incapacità di valutare la portata del viaggio che li separa dalla vacanza.
Inoltre, la diminuita pressione esercitata verso la notorietà del marchio all'esterno sul grande pubblico, fa sì che gradatamente la Valtellina rischi di uscire dal ventaglio delle scelte del turista, a maggior ragione se pure località blasonate (es. Engadina - Trentino) spingono sulla “leva del prezzo” e propongono pacchetti dal costo pari a quelli delle mete valtellinesi, comprendendo però nell'offerta anche l'ulteriore richiamo di un'aura d'esclusività a costi oggi accessibili come non mai.
Come agiamo quando prenotiamo le nostre ferie? Andremmo mai in un posto dal prezzo competitivo ma che non conosciamo?
E se il turista individuale non richiede più la “sconosciuta” Valtellina, non solo si perde quel turista individuale, ma si rischia di venire cancellati dai cataloghi dei Tour Operator durante la periodica ripulitura dei 'rami secchi'.
Opportuno quindi che il complesso turistico Provinciale non solo attivi un budget di comunicazione o di presenza fieristiche, ma che finalmente pensi anche ad un posizionamento della Valtellina turistica, coerente ed a lungo termine, perché oltre ad essere conosciuti, meglio sarebbe essere conosciuti per un 'perché'.
E questo discorso non vale solo per il mercato 'meteoropatico' interno, fluttuante in base a previsioni più o meno ottimistiche e/o allarmistiche, ma anche per gli ultimi mercati in cui ad esempio lo sci è ancora una pratica di massa, l'Est-Europa. Sino a ieri definiti 'emergenti' oggi si stanno evolvendo a 'maturi' e presto saranno 'esigenti'; sino a ieri bastava presentare una destinazione, oggi cercano non solo il prezzo ma cominciano ad analizzare le qualità delle mete e si intravvede anche il timido proporsi di una ricerca di servizi accessori.
Ma oggi in Valtellina siamo troppo imbrigliati nella burocrazia per dedicarci ai reali bisogni dei turisti, questo è il mio personale verdetto. Non è auspicabile che una “DMO” possa dedicarsi al cambio di immagine del territorio, a lanciarne nuove tendenze quando è invischiata in problematiche politiche, litigi e guerre intestine.
Come è possibile decidere di cercare nuove vie turistiche, creare un flusso di informazioni multimediali e virale, dare vita in poche parole ad una campagna di rilancio immagine quando i responsabili non sanno nemmeno a chi devono chiedere per allacciarsi le scarpe?
- Perché resta sempre così difficile far capire che una buona “governance” nasce da scelte condivise dai soggetti del territorio e della loro gestione.
- Perché non si vuol capire che le politiche di sviluppo devono essere impostate e realizzate su progetti di condivisione, una condivisione che deve tener conto della competitività sui mercati e della loro evoluzione ?
L’estate sta finendo, speriamo che qualcosa cambierà...
Roberto Pinna
Direttore Consorzio Turistico Sondrio e Valmalenco
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