Due tiranesi hanno percorso 130 kilometri lungo i sentieri
che da Tirano portano a Thusis, in Svizzera. Anche i sentieri della
provincia di Sondrio sono così curati ed efficienti? (Di Marco
Travaglia)
Si chiamano Ferruccio Molinari (59 anni) e Aldo Bendotti
(63 anni) i due tiranesi che nei giorni scorsi hanno compiuto un'impresa
davvero speciale. Con l'aiuto delle sole indicazioni dei cartelli dei
sentieri, sono partiti da Tirano e, percorrendo il sentiero 33 (via Albula-Bernina), sono giunti a Thusis in quattro giorni e 3 notti. Il
viaggio, costato circa 350 euro a testa (compreso anche l'alloggio nei
rifugi) è stato suddiviso in tre tappe, lunghe circa 36 chilometri
ciascuna: Ospizio Bernina, Spinas e Filisur. Il ritorno è stato
effettuato, invece, con il Trenino Rosso."E' stata un'esperienza davvero positiva e affiscinante", ha commentato Ferruccio Molinari. "La nostra è stata quasi una scommessa: capire se arrivare a destinazione senza cartine e senza l'ausilio di nessun strumento, se non della segnaletica dei sentieri, era fattibile e se ci si poteva "fidare" degli svizzeri". Molto interessante il fatto che, oltre alla presenza di percorsi dedicati a bici, cavalli e portatori di handicap, in qualsiasi momento, era possibile abbondare il percorso e raggiungere le stazioni del Trenino Rosso.
Il racconto di questa avventura, però, vuole essere uno strumento di riflessione in terra nostrana. Come sono messi, in sostanza, i sentieri della Valtellina? Non molto bene secondo Molinari, membro del CAI di Teglio e della Confraternita del Chisciol, ex presidente della Pro Loco di Tirano e grande conoscitore della nostra montagna. "Qui da noi, è difficile andare, per esempio, al Castellaccio o a Santa Perpetua: su quest'ultimo esempio infatti, non ci sono cartelli, se non dopo aver attraversato il Poschiavino. A mio avviso - ha aggiunto- servirebbe una segnaletica potenziata che abbia come punto ideale di partenza la piazza delle stazioni".
"In Svizzera - ha commentato Molinari - esiste un'Associazione dei Sentieri che coordina e gestisce tutti gli aspetti legati, appunto, ai sentieri della Svizzera intera". E qui da noi? In Valtellina, come sappiamo, c'è una frammentarietà più volte denunciata e mai risolta. Quale ente pubblico potrebbe prendere in gestione questa importante costola del turismo che, oltretutto, non necessiterebbe neanche di grossi investimenti? Il Consorzio per la Destinazione Turistica Valtellina, l'Associazione Albergatori Bormio, il Consorzio Terme della Valtellina, il Consorzio Tourisport S. Caterina Valfurva, il Consorzio Turistico Porte di Valtellina, il Consorzio Turistico Sondrio Valmalenco, il Consorzio Teglio Turismo, il Consorzio Turistico Media Valtellina Terziere Superiore, il Consorzio Promozione Turistica Valchiavenna, il Consorzio Turistico di Madesimo? E perché non assieme alle cinque Comunità Montane esistenti? E il BIM dove lo lasciamo, potrebbe dare una mano anche lui? Ma no, perche non dare tutto in mano alla DMO (Destination Management Organization)? Eh sì, esiste anche questa.
Marco Travaglia
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