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giovedì 22 agosto 2013

LE PAROLE DI UNA VOLTA: "Al fa còlt..." fa caldo!

Nei mesi estivi molto spesso fa un caldo torrido. Nell'estate passata e quella attuale si è sentito talvolta parlare di ondate di caldo africano. con temperature di poco inferiori ai 40 gradi e molta umidità... (Di Giac)
Estati così ce ne sono sempre state negli ultimi due secoli. In dialetto quando il caldo diventa afoso si dice: 'l è sòfoch", è l'espressione che spesso ricorre nel dialetto di oggi. Riferendosi al sole delle giornate particolarmente calde si può dire, "al pica", batte forte. Un espressione usata dai nonni e bisnonni poteva essere: "'l è nècc". Peraltro, mi sembra piuttosto tipica della zona di Tirano o forse solo del dialetto stazzonasco". "Quando al sol al scòtta s'à da stà a l'ombrìa... si diceva nei tempi andati. "Sa se voeul ciapà al sol besùgna ciapàl a la dumàa prima da li ùndass". Sennò as poeu ciapà na brusada. Questi consigli invece possono essere adatti ai tempi nostri.
Sembra lontana l'epoca in cui i contadini lavoravano al sole... "tucc vistìi": Quel ca tée cold al tée anca fresch", si sentiva dire allora dai più vecchi. In generale però erano relativamente pochi i lavori che si facevano "suta la ciùmba da'l sol". Per la verità, i lavori più tediosi si facevano al mattino presto, non appena cominciava il giorno. Così il grano e la segale si mietevano presto e l'erba dei prati si falgiava subito dopo l'alba, "co la rosàda"... la rugiada.
A lavorare si suda, non è solo un detto, ma è una realtà. Un modo di dire sottolinea questo fatto: vèss suàa come 'n poiatt", sudato come un pulcino. Ci possono essere altre parole che si usavano per descrivere il caldo estivo. Chi le conosce e ama il suo dialetto, ma soprattutto ama parlarlo bene, deve rimetterle in circolo e usarle di nuovo. Una vecchia lingua deve lasciare nel dimenticatoio solo quelle parole che sono inutilizzabili, poiché hanno perso completamente il loro significato.

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