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giovedì 31 ottobre 2013

LE PAROLE DI UNA VOLTA: "L'uga"

Mi limiterò con questo articolo a descrivere il grappolo dell'uva. elencandone le varie qualità, almeno in parte, perché attualmente nei vigneti si vede quasi esclusivamente, la "Ciavenàsca". (Di Giac)
LE PAROLE DI UNA VOLTA: "L'uga"
Di solito, in passato, i coltivatori parlavano di "Uga Grossa" riferendosi al frutto che dava un vino con meno gradazione alcolica: una sorta di uva da tavola e, di uga fina, invece, quando si trattava del frutto più adatto alla vinificazione, insomma quello che dava un prodotto dalla gradazione più alta.
Tra i nomi di qualità d'uva che ricordo distintamente ci sono: la Brugnoeula, al Clintu, la Pignoeula, la Russula, la S'ciàva, la Traunasca, al Zinfandèl e naturalmente la Ciavenasca. Descrivendo il grappolo, "la grata" si può cominciare col distinguere "i groeun" e al "broeu", il succo che contengono, da dove viene il vino. Al "Fulasc", la buccia: il termine "Fulasc" deriva dal verbo "fulà", schiacciare.
Il graspo è la parte interna del grappolo, in dialetto si chiama "Gratasciùn". Il grappolo è collegato al tralcio con il picciolo, al pìcul. Un grappolo molto pesante e rigoglioso si può chiamare "gratàscia", non è certamente un termine spregiativo; "al Gripul è, invece, un grappolo minuscolo con pochi chicchi. Non bisogna dimenticare che il frutto della vite ama le estati calde, ma non disdegna la pioggia quando piove, ad esempio in Aprile oppure qualche temporale in Luglio: naturalmente in aprile il frutto non si vede ancora, ma la pioggia è utile per l'albero, per il suo sviluppo.
Nella tarda primavera i contadini usano togliere dalle viti le parti del tralcio che non sono necessarie allo sviluppo del grappolo perché per maturare l'uva ha bisogno di vedere il sole. La grandine, "la Tempesta" è uno dei flagelli estivi che più danneggiano i grappoli in maturazione, specialmente se i chicchi di grandine sono di dimensioni notevoli. Nei chicchi d'uva restano i segni della "Tempestàda", poi appassiscono e seccano.
Il grappolo d'uva è un frutto che deve essere trattato con cura: si diceva: "S'ha miga da Ambalugnàl" , non bisogna sciuparlo. In effetti l'uva era uno dei frutti più preziosi, perché da essa si otteneva il vino, una dei prodotti della terra che garantiva dei guadagni consistenti in passato.
Nel concludere è bene dire che l'uva è un albero del tutto particolare, che ha bisogno di molte cure. Anche il frutto è così: ad esempio quando l'uva è bagnata, a causa della pioggia, bisogna lasciarla asciugare prima di vendemmiare. Non difficile, penso, capirne il motivo.

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