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mercoledì 30 ottobre 2013

TRA I VIGNETI, A MEZZOGIORNO

Il 26 ottobre è un sabato d'autunno, il cielo, dopo molti giorni di pioggia, si è aperto per la gioia dei contadini. La nostra gente ancora dedita all'attività primaria, all'agricoltura, è nel pieno della vendemmia e questa giornata di sole invita i contadini a non perdere tempo prezioso... (Di Giancarlo Bettini)

Dopo mesi di lavoro forse Dio ha voluto premiarli, si è messo una mano al cuore tenendo conto che la nostra Italia sta già attraversando una crisi economica pesante. Un bicchiere del nostro buon vino spesso ci aiuta a superare momenti difficili. Chi scrive questa mattina si è concesso un sopralluogo tra i vigneti del tiranese, un breve curiosare sulla strada che porta a Baruffini. Chi conosce la zona, ottima per l'esposizione e quindi per l'insolazione, non ne ignora l'ubicazione. E' quella che si trova nei pressi del “Canalone”, del canale naturale che raccoglie l'acqua che scende dal monte Masuccio. Mi trovo a due passi da un vigneto che i miei nonni possedevano. Una vigna proprio a contatto con detto canale. I genitori, essendo io bambino, durante la vendemmia mi collocavano sul tetto pianeggiante di un piccolo manufatto, di un “baitel”, costruito per custodire i mezzi ed i prodotti necessari per la lavorazione della vite. Mi tenevano calmo offrendomi grappoli di uva “brugnola”, quella che da noi è considerata l'uva da tavola. Purtroppo quella proprietà, da tempo, non è più nostra. Salendo lungo strada comunale, sulla destra, vedo una persona anziana, la saluto ma non mi sento ricambiato. Dalla bocca dell'anziano esce la parola “Svezia”. Nei filari sottostanti noto una capigliatura bionda. Mi avvicino e vedo una donna che sta vendemmiando. La interrogo e dalla risposta capisco il mancato saluto dell'anziano. Quell'uomo è effettivamente uno svedese ed è il padre della vendemmiatrice, “venuto da lontano” per ritrovare la figlia e per aiutarla nella vendemmia. La figlia ha sposato un tiranese, a Tirano è accasata. “Come è piccolo il mondo” è la banale frase che esce dalla mia bocca. Un breve lasso di tempo per parlare dei Paesi nordici, poi il commiato.
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Ritornando al fondovalle noto un intenso andirivieni di mezzi agricoli, mezzi guidati da giovani e penso “Quei giovani saranno dediti all'agricoltura o aiuteranno i padri solamente in alcuni periodi dell'anno?” La risposta, essendo chi scrive valtellinese, è facile. I figli aiutano i padri solamente in un lavoro part-time. E questo vale anche per la sponda opposta, la zona sud coltivata a frutteti dove sono state messe a dimora migliaia di piante. Dalla sola agricoltura poche famiglie riescono a sbarcare il lunario. E qui si apre un problema che sta interessando la Comunità Europea, il Governo italiano, la Regione Lombardia, la Provincia di Sondrio. Dai lontani insegnamenti scolastici ricordo che nel lavoro l'attività primaria è l'agricoltura, l'attività secondaria è l'industria, nel terziario trovano spazio coloro che del computer, negli uffici, fanno largamente uso. Qual'è il problema che interessa l'intero arco alpino europeo? La rivoluzione dell'intero settore primario, dell'agricoltura nelle zone di montagna. Qual'è il motore che ha svegliato i governanti dal dolce far niente? Certamente la crisi economica europea. Oltre agli uomini di governo, che tutti sappiamo formidabili mangiatori, esistono in Europa milioni di persone che, per necessità fisiologiche, dovrebbero fare tre pasti al giorno. Se andiamo avanti di questo passo vedremo fior di laureati alla guida di mezzi agricoli, prati falciati in fondo valle e sui monti, scuole professionali traboccare di iscritti etc... In altre parole le Nazioni hanno bisogno di migliaia di addetti all'agricoltura e del forte aiuto in denaro proveniente dalle varia Istituzioni. Ma ho il timore che quando sono in troppi a dividersi la torta le fette risulteranno insufficienti e il tutto si tramuterà in un nulla di fatto. Mi auguro di sbagliare. Auguro ai giovani un' inversione di tendenza. Tutti i lavori sono degni di rispetto ed un buon artigiano, o un bravo agricoltore, saranno ben visti dalla società.
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Egregio Governatore della Lombardia Roberto Maroni,
il suo programma elettorale comprendeva il trattenimento del 75% delle tasse per la Lombardia stessa, percentuale sempre inferiore a quella assurda dell'Alto Adige (90%). Comprendo il suo interessamento per i lavori dell'expo 2015, ma non dimentichi le promesse elettorali. Credo di più a quel 75% e meno al terremoto europeo sull'aiuto alla montagna, alle Alpi. Se dovessimo ottenere quei denari (75%-sacrosantemente nostri) in breve tempo potremmo “fregarcene” dell'aiuto altrui. Inizieremmo, da Madesimo a Livigno, la grande rivoluzione agricola.
Giancarlo Bettini

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