A Sondrio il 20 Febbraio 2014 presso la Sala Consiliare della Provincia, si è tenuta la Prima Conferenza del PFV Piano Faunistico Venatorio. A questo incontro LAV (Lega anti vivisezione) è stata invitata e cogliamo l’occasione per ringraziare.
Il nuovo piano faunistico venatorio prevede uno studio introdotto dalla direttiva europea 2001/42/CE denominato VAS (Valutazione Ambientale Strategica) allo scopo di “garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente”. Nell’Italia dei dissesti idrogeologici, delle alluvioni, della cementificazione, dell’impoverimento della flora e della fauna, tutti mali presenti anche in Valtellina, questa pareva una premessa consona alle aspettative delle associazioni come LAV che da tanti anni si battono per il riconoscimento dell’importanza dell’ambiente e per la sua tutela.
Si è presentata la VAS - ha dichiarato la LAV - come lo strumento che assicuri la sostenibilità come obiettivo determinate “all’atto della elaborazione e della adozione di piani e programmi; e qui sta il punto. La sostenibilità, la tutela e la protezione dell’ambiente è stata affidata interamente ad un Piano Faunistico Venatorio. La sostenibilità, la tutela e la protezione dell’ambiente affidato a partire dall’aggiornamento della banca dati della fauna selvatica ai cacciatori perché individuati come “conoscitori della Natura” e per i quali si stanziano fondi per corsi di preparazione e aggiornamento. Cacciatori che, supportati dalle loro lobby, palesemente avanzano richieste sempre più pressanti di incentivazione della loro “passione” e di sdoganamento delle poche norme restrittive poste a loro carico. Tutto questo - hanno aggiunto - stride apertamente con quanto proclamato ovvero tutela, rispetto, sostenibilità verso l’ambiente quindi anche verso l’uomo.
"Come mai - continua la Lega Antivivisezione della provincia di Sondrio - si è sentito il bisogno di incaricare un tecnico di raccogliere dati finalizzati a dimostrare l’incidenza della caccia in termini di danno ambientale? Se l’attività venatoria non fosse un danno anche per la vita degli umani oltre che quella animale questa figura non avrebbe senso. Secondo un recente studio dell’ISPRA e del Ministero dell’Ambiente sarebbero non meno di 10.000 le tonnellate di piombo rilasciate dai cacciatori su territorio nazionale. Sempre l’ISPRA ha condotto uno studio sugli effetti della attività venatoria nella Provincia di Sondrio ed è emerso che i frammenti dei pallini arrivano a contaminare il 65% di ungulati sino a raggiungere il 77% di contaminazione dei caprioli. L’esposizione umana al piombo genera il saturnismo, grave malattia, presa in considerazione da ISPRA come fattore di allarme per le conseguenze su donne gravide, che allattano, sui bambini e sugli adolescenti. E’ del 21 febbraio 2014 l’esito degli esami condotti sulla aquila reale morta a Grosio. Ma non sono i cacciatori profondi conoscitori della natura e rispettosi dei meccanismi della medesima?
Ci dichiariamo pubblicamente preoccupati - continua LAVS - per l’attuazione di un nuovo piano faunistico venatorio, che già dalle prime battute pare abbia a cuore non la messa in sicurezza della salute pubblica e delle attività economiche umane, o la preservazione della ricchezza rappresentata dalla bio diversità o la considerazione del valore culturale ed economico che può esserci in un ambiente salvaguardato dal degrado e dall’impoverimento, quanto l’accontentare le richieste delle associazioni venatorie.
Secondo il sondaggio EURISPES del 30 gennaio 2014 ben il 74,3% degli italiani è contrario alla caccia. Di questo non può non tenerne conto la Provincia di Sondrio nella imminenza della stesura del nuovo piano faunistico venatorio. Non è nostra intenzione creare polemiche, ma essendo la Natura un patrimonio collettivo non possiamo accettare che siano le armi e il sangue a disegnare un progetto e a configurare soluzioni ai problemi. E’ in questa ottica che ci teniamo ad informare la cittadinanza che abbiamo esteso alla Provincia di Sondrio l’invito ad assistere il 7 marzo 2014 a Milano ad convegno indetto da LAV a cui parteciperanno i massimi esperti mondiali sul controllo della fertilità negli animali selvatici: Giovanna Massei e Allen Rutberg.
Se veramente è nell’interesse delle Provincia, come siamo certi sia, la sicurezza dei cittadini lungo i tratti di strada interessati dalla presenza di ungulati, o la preservazione delle attività umane tenendo conto del rispetto e della tutela dell’ambiente, crediamo di avere offerto alla Provincia una possibilità di confronto e di aiuto da quelle realtà che hanno avuto gli stessi problemi e che hanno però compreso che la caccia non è la loro risoluzione, ed ora coniugano perfettamente attività umane e presenza animale in un contesto di veduta di rispetto delle bio diversità. E chiediamo formalmente alla Provincia - conclude la LAV - di muoversi in questa direzione nella attuazione del nuovo piano ambientale, senza concessioni o favoritismi.
Nessun commento:
Posta un commento