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martedì 4 febbraio 2014

STUDIARE I SEGNI DEI TEMPI

3 febbraio 2014 - Papa Bergoglio contro la cultura dominante dell’esclusione, che vorrebbe ridurre la persona umana a solo soggetto di consumo, afferma: “ Non si tratta semplicemente del fenomeno dello sfruttamento e dell’oppressione, ma di qualcosa di nuovo: con l’esclusione resta colpita , nella sua stessa radice, l’appartenenza alla società in cui si vive, dalla quale si sta fuori... (Di Valerio Dalle Grave)

Gli esclusi non sono sfruttati, ma considerati dei rifiuti, degli avanzi”. Un’analisi tanto terribile quanto veritiera.
Pensiamo per un momento di trovarci nei panni di quelle centinaia di lavoratori che da un giorno all’altro sono cacciati dal posto di lavoro, perché il management della azienda in cui lavoravano ha deciso, per propria convenienza, di andare a risiedere altrove. Vedi ad esempio le scelte della FIAT, della Elettrolux, e di altre centinaia di aziende che si sono comportate e si comportano allo stesso modo. Pensiamo un momento a quei padri e a quelle madri che devono tornare a casa a giustificarsi davanti ai figli per non poter più portare a casa cibo sufficiente per tutti.
Al Santo Padre non sfugge questo fenomeno e nuovamente accusa il sistema imperante che promuove l’esclusione e allo stesso tempo però, invita il popolo di Dio a riflettere sulle proprie responsabilità e anche sulla necessità di un trend di vita più sobrio.
Egli, infatti, afferma: “Per poter sostenere uno stile di vita che esclude gli altri o per potersi entusiasmare con questo ideale egoistico, si è sviluppata una globalizzazione dell’indifferenza”. Quasi senza accorgersene, diventiamo incapaci di provare compassione dinnanzi al grido di dolore degli altri, non ci interessa curarci di loro, come se tutto fosse una responsabilità a noi estranea che non ci compete. “La cultura del benessere ci anestetizza e perdiamo la calma se il mercato offre qualcosa che non abbiamo ancora comprato, mentre tutte queste vite stroncate per mancanza di possibilità e di lavoro non ci turbano in alcun modo”.
“Una delle cause di questa situazione, afferma Francesco, si trova nella relazione che abbiamo stabilito con il denaro, poiché accettiamo pacificamente il suo predominio su di noi e sulla nostra società.” La crisi finanziaria che attraversiamo ci fa dimenticare che alla sua origine vi è una profonda crisi antropologica: la negazione del primato dell’essere umano. (55)
Infatti, al denaro tutto è dovuto: mente, cuore, aspettative ed emozioni. L’antica adorazione del vitello d’oro ha trovato una nuova spietata versione nel feticismo del denaro e nella dittatura di una economia senza volto e senza uno scopo veramente umano. Tutto ciò non fa altro che svilire il vero valore dell’essere umano, tanto da ridurlo schiavo del denaro e vittima del consumo.
Fa specie pensare che questo modo di orientare la società sia uscito dalle lezioni di un Premio Nobel per l’Economia (Milton Friedmann) e da alcune tra le più prestigiose Università Americane.
Papa Bergoglio, che conosce bene i guasti che quei metodi hanno causato nel suo Paese di provenienza, denuncia senza mezzi termini quella politica e dice:“mentre i guadagni di pochi crescono esponenzialmente, quelli della maggioranza si allontanano sempre più da qual club di ricchi. Tale squilibrio procede da ideologie che difendono l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria. Perciò negano il diritto di controllo degli stati a tutela del bene comune. Si instaura così una nuova tirannia invisibile, a volte virtuale, che impone in modo implacabile le 3 sue leggi e le sue regole. A tutto ciò si aggiunge una corruzione ramificata e una evasione fiscale egoista che ha assunto dimensioni mondiali. La brama di potere e di avere non conosce limiti. In questo sistema che tende a fagocitare tutto al fine di accrescere i profitti, qualunque cosa che risulti fragile come i poveri, gli esclusi e l’ambiente rimangono indifesi rispetto agli interessi del mercato oramai divinizzato”. (56) Dietro questo atteggiamento si nascondono il rifiuto dell’etica e il rifiuto di Dio. L’esortazione di Francesco continua su altri temi che vale la pena di approfondire in seguito da parte di tutti, a cominciare dalle Gerarchie ecclesiastiche, ai religiosi e ai laici.
Valerio Dalle Grave

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