Un pomeriggio veramente piacevole e interessante quello dal titolo “Sogni di luce e sfumature di buio”, tenutosi oggi a Tirano prima della proiezione del documentario di Silvio Soldini "Per altri occhi", con la partecipazione di relatori coinvolgenti, che hanno saputo far conoscere in modo semplice e concreto la realtà che vivono i ciechi e gli ipovedenti ( che in provincia di Sondrio sono 416).
L’introduzione al convegno è spettata al neosindaco Franco Spada, visibilmente coinvolto dalla tematica affrontata, che ha descritto la disabilità come una ricchezza e ha sottolineato l’importanza di creare una città accessibile per tutti.
Emilio Giacomelli, presidente della FAND (Federazione fra le Associazioni Nazionali dei Disabili), ha presentato in modo sentito ed accorato le problematiche economiche e sociali connesse alla disabilità e la propria soddisfazione nel vedere 1800 ragazzi coinvolti nelle scuole per favorire una mentalità aperta al tema.
Emilio Giacomelli, presidente della FAND (Federazione fra le Associazioni Nazionali dei Disabili), ha presentato in modo sentito ed accorato le problematiche economiche e sociali connesse alla disabilità e la propria soddisfazione nel vedere 1800 ragazzi coinvolti nelle scuole per favorire una mentalità aperta al tema.
Valeria Magro, presidente dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti - sezione di Sondrio e Francesca Rogna, rappresentante di Valtellin@ccessibile, hanno presentato scopi e finalità dell’associazione di cui fanno parte.
In seguito Valeria Magro, Roberto Tessandori e Marco Lavizzari, tre persone le cui difficoltà visive non hanno per nulla intaccato la voglia di vivere e di mettersi in gioco, hanno sottolineato, anche con momenti di ironia e con simpatiche quanto veritiere vignette, come avviene o dovrebbe avvenire la vita di un cieco o di un ipovedente e l’importanza della comunicazione e della reciproca conoscenza tra persone vedenti e non vedenti; le fotografie di differenti modalità di visione hanno contribuito a facilitare la comprensione dei presenti sulla tematica affrontata.
In seguito Valeria Magro, Roberto Tessandori e Marco Lavizzari, tre persone le cui difficoltà visive non hanno per nulla intaccato la voglia di vivere e di mettersi in gioco, hanno sottolineato, anche con momenti di ironia e con simpatiche quanto veritiere vignette, come avviene o dovrebbe avvenire la vita di un cieco o di un ipovedente e l’importanza della comunicazione e della reciproca conoscenza tra persone vedenti e non vedenti; le fotografie di differenti modalità di visione hanno contribuito a facilitare la comprensione dei presenti sulla tematica affrontata.
Durante l’incontro è stato anche possibile provare ad utilizzare il bastone bianco, nonché visionare e sperimentare molteplici strumenti e facilitatori.
Le dimostrazioni pratiche poi, hanno aiutato a comprendere quali siano le possibilità di conoscere con gli altri sensi (riconoscere il contenuto di lattine in base al loro rumore, riconoscere spazi o colori grazie a specifici ausilii e tanto altro ancora) e quali concreti ed efficaci contributi possano dare i vedenti a chi non può vedere.
Le dimostrazioni pratiche poi, hanno aiutato a comprendere quali siano le possibilità di conoscere con gli altri sensi (riconoscere il contenuto di lattine in base al loro rumore, riconoscere spazi o colori grazie a specifici ausilii e tanto altro ancora) e quali concreti ed efficaci contributi possano dare i vedenti a chi non può vedere.
Un ultimo spazio ha riguardato un ricordo commosso di Mohamed, ragazzo ipovedente di Tirano, scomparso prematuramente qualche mese fa.
Gli interventi hanno contribuito a creare una visione positiva e reale sul mondo della cecità, non abbandonandosi allo sconforto, ma reagendo fattivamente alla propria situazione, viaggiando, praticando sport, incontrando amici e divertendosi in tutti i modi possibili.
“Lo sport non fa tornare la vista, ma fa vedere lontano”, ha detto Lavizzari, aggiungendo “E’ meglio accendere un lume, che maledire l’oscurità!”.
Gli interventi hanno contribuito a creare una visione positiva e reale sul mondo della cecità, non abbandonandosi allo sconforto, ma reagendo fattivamente alla propria situazione, viaggiando, praticando sport, incontrando amici e divertendosi in tutti i modi possibili.
“Lo sport non fa tornare la vista, ma fa vedere lontano”, ha detto Lavizzari, aggiungendo “E’ meglio accendere un lume, che maledire l’oscurità!”.
Francesca Giudice
Nessun commento:
Posta un commento